Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Salbitschijen – cresta S

Il Salbitschijen e la sua elegante cresta S rappresentano l’idea di una bella scalata su roccia a quote medie, una delle migliori sulle Alpi.

Raggiungiamo il rifugio dopo un lungo peregrinare dentro la Svizzera: il Gottardo viene chiuso nella direzione da seguire, o meglio, il traffico viene fortemente limitato dal rendere impossibile il transito. Lasciamo l’auto in un parcheggio gratuito. Saliamo al rifugio sotto un fragoroso temporale. A metà strada c’è un alpeggio che potrebbe offrire riparo, ma è completamente recintato e gli avvisi non nascondono nessun dubbio: la visita qui non è gradita!

Al mattino partiamo molto presto, sfruttando la prima luce del solstizio. Un comodo sentiero porta in direzione della cresta S, il bivio è molto evidente, in prossimità della cresta. Si sale un orribile canalino, in parte attrezzato, cui segue una sezione di delicate roccette e erba per arrivare alla prima sosta.

Gli alpinisti sono davvero strani, o bisognerebbe dire matti. Si sono inventati una miriade di scale di difficoltà, ma mi sarà sempre impossibile capire le reali difficoltà. Su Schweiz Plaisir viene indicata una via di 5a con qualche passo più impegnativo, pure azzerabile. Si tratta invece di una delle arrampicate più fisiche e atletiche che abbia mai fatto, decisamente al di sopra delle mie possibilità. Per fortuna che c’è Gianni a tirare, ma resterò comunque per quattro giorni a zoppicare per male alle spalle ed ai polpacci. La salita è infatti per lo più monotona e non offre alternative: tirare lame e opporre in dulfer, su roccia assolutamente liscia, ma anche molto aderente.

Per essere una via classica ci sono tantissime protezioni a fix, latitanti in alcune sezioni anche difficili. Abbiamo portato friend dallo 0.4 al 2 BD. L’ambiente è molto spettacolare, spicca la tormentata cresta W e alla sua base il bivacco raggiunto da uno strabiliante ponte tibetano.

Usciamo dalla via dopo una decina d’ore di arrampicata, pressochè senza pause. Per fortuna la via è poco ripetuta e non ci sono “code”. Ci sarebbe da salire una “fiamma” ancora, ma non ne abbiamo nessuna intenzione. La discesa è relativamente semplice, tra balze rocciose e poi un canale di detriti, ma con le mie gambe ormai fuori uso diventa difficile anche solo camminare. Riusciamo a tornare all’auto verso le 21:30, salutati da una luce che per fortuna in questi giorni sembra non finire mai, come la via che abbiamo salito.

Grazie a Gianni per la sua incrollabile pazienza, calma e determinazione, è anche grazie a lui se è stata una gran bella giornata di sole.


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