Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Oberland Experience

Andiamo a spasso nelle terre alte bernesi con gli sci. Un classicone imperdibile che almeno una volta nella vita auguro a tutti.

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Il cuore freddo delle Alpi (anche se il freddo in questi decenni è un termine molto relativo) offre in primavera delle splendide esperienze scialpinistiche. Parliamo di lunghe traversate, valli coperte da ghiacciai millenari che sulle Alpi solo più qui si trovano. E poi cime, tante cime oltre i 4000m di quota, non troppo difficili da salire e circondate da questi meravigliosi e mansueti pendii vallivi.

Se per voi lo scialpinismo è la salita diretta alla cima ed una bella sciata da fare in poche ore, forse questo posto non è il vostro ideale. Se invece avete voglia di un viaggio, di un lungo peregrinare tra sterminate valli coperte di ghiacci, dove la cima è solo l’apice di un meraviglioso e affascinante incontro con la natura, allora venite qui. Salire veloci magari per molti è possibile grazie ad una buona forma fisica, ma è un reato non fermarsi, guardarsi attorno, cogliere ogni piacere e bellezza dell’ambiente che ci circonda.

Il nostro programma, nei tre giorni di bel tempo a disposizione, prevede le seguenti tappe.

L’accesso alla Konkordia Hütte

Primo giorno dedicato alla salita della Konkordia Hütte da Fiescheralp. 30 aprile 2025, sole e tempo mite, non nevica da diversi giorni. L’accesso dalla Valle del Rodano è sicuramente più lunga (ma meno costosa) rispetto all’accesso da Grindelwald. Permette di scoprire da bassa quota l’immenso ghiacciaio vallivo di Aletsch, immergendosi gradualmente in un ambiente sempre più glaciale e sorprendente. Una stradina a tratti innevata ci porta al tunnel del Märjelensee. Al suo interno dimorano colonie di ranocchie. Qualche centinaio di metri nel buio ci permettono di approdare nell’Oberland, sulle rive del Märjelensee ancora coperto di neve. Una breve dolce discesa, senza levare le pelli, ci conduce sull’Aletschgletscher. Si risale la lunga valle con scarsa inclinazione fino al Konkordiaplatz, punto di giunzione di diversi ghiacciai. Da qui, una volta abbandonati gli sci, una lunga scala metallica ci porta alla Konkordia Hütte. Si fa tutto in cinque comode orette.

I Fiescherhörner

Il secondo giorno ci aspetta il giro dei Fiescherhörner. La parte più difficile è scendere sul ghiacciaio al mattino, al buio, sulla neve gelata che copre i ripidi fianchi della montagna una volta finita la scala. Solo io, terrorizzato, metto i ramponi per fare questi pochi metri, gli altri sono evidentemente tutti più bravi e agili. Altra cosa strana che noto, solo io non metto l’imbrago su questi mansueti ghiacciai, in primavera privi di pericoli da crepacci, ovviamente a scapito di badare bene dove si passa. C’è anche chi sceglie di legarsi con gli sci ai piedi, insomma, ci sono tante metodologie e probabilmente nessuna è sbagliata se approcciata con consapevolezza.

Approdati sul ghiacciaio non è facile orientarsi. Bisogna salire a destra di una fascia seraccata, abbandonando quasi subito l’Aletschgletscher. Dopo una breve risalita si apre quella nota come “La pianura delle nevi eterne“. Scarse inclinazioni portano tra sterminate distese di di ghiaccio alla base della Fieschersattel. Si mettono gli sci a spalle e si sale con fatica (altrettanto sterminata) fino al colle che divide il Gross Fiescherhörn dall’Hinter Fiescherhörn.

Arrivati alla sella ci aspetta una piacevole sorpresa: dietro c’è un ampio e dolce ghiacciaio, che ci fa immaginare una discesa piacevole e rilassante. Ma non subito. Saliamo a piedi in direzione del Gross. Bisogna guadagnare la cresta in un verticale diedro di misto. È il passo tecnicamente più difficile di questi giorni. Il solito II strapiombante, si fa con un po’ di riluttante determinazione. Poi segue una cresta divertente di rocce e neve. La cima regala un panorama entusiasmante sulle montagne dell’Oberland. Monch, Jungfrau, Eiger e le terre dell’Aar.

Discendiamo alla sella e con gli sci di portiamo verso l’Hinter, seguendo una traccia poco sotto la cresta. Voltato uno spigoletto si apre a sorpresa un nuovo accogliente pianoro, dove lasciamo gli sci per fare a piedi una ripida e breve paretina. Due passi di elementare cresta portano in cima. Di nuovo è bello perdersi nell’immensità che regalano gli sguardi da quassù.

La discesa in sci verso la Finsteraarhorn Hütte avviene su un ghiacciaio dolce, ma che impressiona per sviluppo, panorama e varietà degli ambienti. Purtroppo conviene non indugiare troppo nell’estasi di questi elementi apparentemente pacifici e immutabili, in quanto ci sono numerosi seracchi sospesi che possono caderci addosso.

Per salire al rifugio occorre ripellare brevemente un canale che nel tratto da percorrere non è molto ripido, ma in alto lo è decisamente. Si sale con apprensione questo breve tratto. In serata, nell’ora di cena, l’intero pendio si stacca provocando un’enorme valanga che ricopre l’intero canale di accesso al rifugio. Siamo stati fortunati.

Il Finsteraarhörn

Saliamo verso quello noto come Corno Scuro di Aar. La vetta più alta dell’Oberland contende il massimo prestigio all’Aletschhorn, più basso, ma più centrale e maestoso.

Di nuovo, uscire dal rifugio è la parte più pericolosa e difficile. Un lungo e ripido traverso verso destra ci separa dai mansueti pendii della montagna. Di nuovo sono l’unico incapace che necessita di fermarsi e mettere i ramponi. Poi, per ripicca e per non fare aspettare troppo i compagni, taglio dritto per i pendii tenendo i ramponi fino alla Frühstücksplatz, un breve tratto di misto camminabile che separa due lati del ghiacciaio.

Il pendio glaciale non è così ripido come ci si potrebbe forse aspettare dalla classificazione (BSA). Meglio. Si sale con agio e tranquillità, benchè, stante la neve gelata, accoltellarsi può risultare assai confortante.

La cresta finale, lunga, ma tracciata benissimo e su neve eccezionale, è molto agevole e divertente. In cima il panorama è bellissimo. Il tempo è mite. Non c’è vento, potremmo dire che non si muove una foglia se non fosse che a queste quote si tratta di una affermazione sempre vera. Impossibile descrivere la bellezza di questi ambienti, di queste montagne aperte tra enormi ghiacciai vallivi. In primo piano davanti a noi appaiono lo Scherckhörn e il Lauteraarhörn.

La discesa del primo ghiacciaio è su neve ancora dura, faticosa, ma semplice viste le inclinazioni tutto sommato moderate. La seconda parte, su un firn morbido e perfetto, regala una sciata eccezionale fino al rifugio. Il traverso del mattino, ormai ammorbidito dal sole, non è più un problema.

Si torna alla Konkordia tramite il colle detto Grünhornlücke. Il solito ampio pendio, un ampio valico cui segue una bellissima discesa verso la Konkordiaplatz. La risalita delle scale è qualcosa che abbatte ogni energia residua.

Il rientro a Fiesch lo facciamo il giorno successivo, nella pioggia. La discesa del mansueto ghiacciaio, benchè sia a minima pendenza, non richiede nessuna spinta. La gravità è sufficiente. In fondo appare già qualche seraccata, superabile ancora senza particolari problemi o pericoli.

Questo racconto non si chiude con un “salutiamo con un ultimo sguardo le cime che tante soddisfazioni ci hanno regalato in questi entusiasmanti giorni”. Ma solo perchè la tormenta regna ormai sovrana e occlude ogni vista. La fatica spesa per essere stati qui, benchè notevole, è davvero poca cosa rispetto al sapore di un viaggio meraviglioso in pieno sole nel cuore delle Alpi.

Grazie a Ivano e Sabrina per avermi accompagnato nel piacere di meravigliarsi tra queste montagne, nonostante il mio allenamento anche quest’anno sciisticamente depresso.

Note a margine

Conviene prenotare a caso tre-quattro giorni tra queste montagne, un giusto compromesso tra prezzi e piaceri. Le prenotazioni vanno fatte circa sei mesi in anticipo per trovare i posti. Ma trovare a caso tre giorni di bel tempo in primavera quassù è molto difficile. Benchè in apparenza si trovino resoconti di splendide esperienze ogni anno, noi ce ne abbiamo messi almeno cinque per riuscirci!

Il giro fatto da noi prevede poco più di 4700m di dislivello positivo ed una sessantina di chilometri di sviluppo in quattro giorni. Il costo complessivo di parcheggi, funivia e tre mezze pensioni nei rifugi è intorno ai 300€, li supera considerando che qualche autostrada è da percorrere.

Chi non soffre la quota e non gliene frega nulla dell'Aletschgletscher può anche passare dal costosissimo treno di Grindelwald. Si fa meno fatica e probabilmente si sale in giornata ai Fiescherhorner. A mio avviso si perde un po' il sapore del viaggio nel suo complesso. È una considerazione che porta già Gian Carlo Grassi in riguardo a Ciarforon e Becca di Monciair: si fa tutto in giornata, ma ne vale la pena fare una collezione di corsa senza davvero immergersi con la dovuta calma in questi posti così meravigliosi?

Riguardo il meteo, infine, consiglio di partire solo con la prospettiva solida di assoluto bel tempo. Per evitare guai e per cogliere il meglio di queste montagne. Tuttavia, i luoghi sembrano essere molto percorsi anche con il maltempo, personalmente inorridisco al solo pensiero. Consiglierei di diffidare dei consigli dello staff dei rifugi sul meteo, le previsioni meteo oggi sono davvero accessibili a tutti direttamente. La Konkordia è molto accogliente, c'è pure il free WiFi; alla Finsteraarhorn hütte le camerette sono più accoglienti e talora si mangia meglio. In ogni caso il voto è più che positivo per entrambe le amministrazioni.

Difficile trovare acqua nei rifugi in questa stagione, alla Konkordia soprattutto.

Ometto le relazioni, su Internet se ne trovano ovunque. Posso suggerire il libro "Il grande libro dei 4000" di Marco Romelli per avere un'idea su come pianificare la visita a queste cime. Sul sito dell'Aletsch Arena ci sono prezzi e orari della cabinovia che collega Fiesch a Fiescheralp. Noi abbiamo preso la salita delle 9:30.

I rifugi si prenotano tramite il portale del SAC.

Se si va entro metà aprile (controllare le date esatte ogni anno) gli impianti sciistici sono ancora aperti ed è possibile salire fino a Talegga o addirittura Eggishorn, abbreviando leggermente il percorso.

I luoghi sono belli, ma molto affollati: soprattutto la vetta del Finsteraarhörn è un continuo via vai.

 

 


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