Quella che proponiamo oggi è una gran classica delle Alpi Cozie, il concatenamento delle cime Salza e Mongioia. Lunga e faticosa, permette di attraversare valloni sterminati ed apprezzare scenari pittoreschi, tra rilievi sempre diversi e spettacolari.
Nel primo tratto, sopra Chianale, si percorre il lungo vallone laterale salendone il margine sinistro, in un ripido boschetto, per poi approdare agli ampi pendii superiori. Molti si dirigono a sinistra, ma è meglio andare a destra, meno evidente, dove le pendenze sono più dolci.
Si percorrono così selvaggi e angusti valloncelli, un piacere tutto da scoprire…per approdare all’improvviso all’ampio lago di BesIl lago si attraversa tutto d’un fiato ed in un men che si dica siamo già al ripido Colle LongetDa qui si seguono sterminati ripiani morenici, in direzione di un Monte Salza che intravediamo appena ogni tanto. La neve è durissima, coperta da un sottile strato di graupel caduto nella notte.La lunga salita a scarsa inclinazione, verso l’ancora nascosto Monte Salza.Ecco spuntare all’improvviso almeno il ripido canalone che ci tocca salire. Vento e freddo non molleranno la presa per tutto il giorno.La salita è breve, ma si fa sci in spalla.Ed in cima scendiamo il canale appena salito, per vedere come è anche in discesa. Non lo so ancora, ma non rimetteremo più le pelli.
La discesa del canale non è un granchè, oggi si alterna neve gelatissima ad uno strato di recentissima neve fresca e ventata. Le inclinazioni, sui 35°, rappresentano il mio limite insuperabile.
Risalito il canale permangono ripidi muretti da fare con gli sci in tasca.E si arriva sul Monte Salza passando un po’ a casaccio nei pressi della cresta di confine.Uno sguardo dalla cima verso il nostro punto di partenza.Un saluto dal Monte Salza, 3326mScendiamo brevemente per andare ad intercettare la cresta che sale al Mongioia. La discesa è ripidina e da fare con attenzione con questa neve così dura e gelata. Ha un buon grip, – è da scuola – dice Lodo, ma non me ne frega niente, io preferisco la “rinvenuta primaverile”!Ci raccordiamo alla cresta del Mongioia seguendo un ripido pendio di neve sicura e gelata.Eccoci in vetta al Mongioia, affrescato da festoni di calabrosaUn saluto dalle verdi pietre del Monte Mongioia, 3340mUno sguardo al Monte Salza ed al suo pendio appena discesoI compagni di questo immenso viaggio
In cima vorrei fermarmi a riprendere un po’ di fiato, ma Lodo non è tranquillo – se arriva la bufera qui si muore!
In effetti la discesa è un po’ complicata. Si scende il ripido pendio del Mongioia sul lato francese, fino a trovare un ampio colle che riporta in Italia. In fondo al pendio occorre attraversare un estesissimo vallone, stando in quota per andare a raccordarsi con il Colle Longet. In caso di nebbia e senza traccia GPS sarebbe difficilissimo individuare il passaggio corretto.
Abbiamo sceso questo ripido pendio del Mongioia, nel Vallon du Loup, il cui nome dice tutto sulle frequentazioni di questi posti. Troviamo solo uno scivelista solitario che tenta di domare la vela al freddo vento di mistral.Oltre il pendio, un rilassante colle riconduce al versante italiano…anche se qualcuno continua a cercare gelidi pendii ripidiniPoi è tutto un divagare tra valloni sterminati dallo sviluppo infinitoLo spazio percorso dal colle, ed il lungo traverso. Nessuna bufera, ci è andata bene!Ci raccordiamo con il Col Longet, e torniamo a Chianale
Questi giri dove sali e scendi più volte non sono i miei preferiti di norma, ma per un viaggio come questo val davvero la pena un po’ di fatica in più. L’ambiente è sempre molto vario, e lo stacco tra alcuni ripidi pendii e gli ampi e dolci valloni sono la caratteristica encomiabile di questi luoghi.
Grazie infinite quindi a Morellander e Lodo per questo viaggio sul Salza e sul Mongioia, il meglio delle Alpi Cozie.