Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Una schiarita sulla Ciorneva

Il Monte Ciorneva è una bifida cima di cui quella più bassa, la orientale, è considerata punto trigonometrico con i requisiti di vetta. In estate è bello fare lunghi giri, ad esempio concatenando la Chiavesso, scendere a Mondrone e risalire a Balme. Ma è la cima occidentale a presentare un interessante e diretto itinerario scialpinistico.

Il luogo è quello dell’isolato Vallone di Vallonetto, che da Mondrone sale verso nord. All’inizio incassato, si apre in alto in ampi e gibbosi pendii, che in primavera assumono un aspetto delicato e piacevole. Il vallone, sempre più ampio man mano che si sale, ospita in alto graziosi laghetti glaciali: il Casias è il primo che si incontra, mentre sotto la cima dimorano i laghi bianchi.

La salita primaverile è complicata da trovare sicura, in quanto in basso gli scoscesi pendii incentivano colossali valanghe di fondo. Sovente occorre aspettare troppo, e portare gli sci a spalle per un’oretta. Come accade oggi, un 25 aprile di festa ben passata quassù.

Gli sci si calzano solo sopra l’area boschiva, dove all’improvviso si aprono ampi pendii da attraversare verso nord sul lato destro, presso i contrafforti rocciosi. Solo nei pressi del Lago Casias è possibile approdare il fondo del vallone, ora più accogliente.

Tra splendidi dossi che rendono affascinante l’intera salita si giunge nei pressi del conoide e canale finale, che con un ultimo tratto ripido permette di accedere all’altrettanto ripido pendio sospeso. Lo si risale fino alla cima occidentale, raggiungibile con un’ultima breve camminata su cresta.

Tecnicamente occorre avere neve sicura anche nel ripido tratto finale, che in genere in salita è da percorrere a piedi con i ramponi. Il resto dell’itinerario è considerabile MS. Anche il tratto iniziale nei pressi della cascata, nel caso che sia innevato, può essere sciisticamente impegnativo.

In tempi in cui itinerari classici di scialpinismo vedono affollamenti da mercati rionali, percorrere questi itinerari solitari dona un fascino di assoluto pregio alla giornata. E ancora di più fa piacere il panorama di vetta, che da un ipotetico Bernina spazia sul vicino Gran Paradiso per finire sulle principali vette delle Valli di Lanzo.

Il sole dura poco anche oggi, e dopo mezzogiorno tornano le abituali nubi che affrettano la discesa, per non perdere la visibilità migliore.

La neve, certo, non è un granchè come sciabilità, in questo periodo in cui la fiera dei fenomeni meteorologici è tornata di casa, con vento, tanta pioggia e nevicate ancora intorno ai 2000m, con grandi sbalzi termici. Ma tant’è, in questi anni in cui lo scialpinismo è diventato difficile, è bello avere almeno la neve per tornare, finalmente, tra queste affascinanti cime di casa.

Ringrazio Roberto e Alessandro per avermi accompagnato qui.

Commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.