Lo scialpinismo primaverile diventa una attività sempre più episodica e difficile. Episodica a causa del frequente maltempo, difficile per trovare le corrette condizioni di neve.
Il Bishorn rappresenta una meta classica del Vallese, lo dimostra l’affluenza alla Cabane de Tracuit, unita al significativo prezzo di mezza pensione che ha raggiunto gli 86€.
Se pensate che le aspettative siano da riporre nella qualità della sciata potreste rimanere delusi. Sicuramente la meta è scialpinistica, ma sono stato su itinerari migliori. Intanto già nella prima metà di aprile la neve è molto scarsa. Non solo tocca fare a piedi il lungo pianoro, accettabile, ma anche una volta arrivati al ponte occorre salire a piedi un discreto tratto fino ad un centinaio di metri di dislivello dalla Roc de la Vache.
Bisogna poi aggiungere che l’itinerario è molto equivoco e non esistono buone relazioni. Il Grande Libro dei 4000 di Romelli avverte di non andare verso la Cabane de Mountet, ma svoltare a sinistra. Va bene. Purtroppo il punto critico è oltre. Una volta già svoltato a sinistra occorre abbandonare il vallone nevoso che sale sotto il Weisshorn e dirigersi con gli sci in spalla ulteriormente a sinistra. La traccia su SwissTopo è chiara. Ma è un attimo distrarsi e seguire le invitanti tracce di sci verso la Cabane Aripitettaz. Gli sci vanno tenuti a lungo in spalla fin sotto la Roc de la Vache. L’immagine con la traccia GPS mostra questo errore, non lo fate. Il ponte da attraversare è nascosto in basso a sinistra, invisibile fino all’ultimo e privo di alcuna segnaletica.
Il Rifugio è posto in una posizione splendida, con gran vista sulla Corona Imperiale e sul vicino bonario pendio del Bishorn.
All’indomani la gestione obbliga ad una assurda partenza verso le 5:30, ragion per cui senza fretta si arriva in cima verso le 8. La vetta è una spianata di ghiaccio blu spazzato dal vento. La primissima parte della discesa è su neve molto lavorata dai passaggi, a cui si aggiunge una delicata crosta una volta scesi sotto i 4000m. I crepacci sono ben chiusi e non ci sono pericoli di valanghe. Sotto il rifugio firn gelatissimo con fastidioso vibracall, cui segue un quasi diretto passaggio a neve sfondosa.
A mio avviso la parte migliore di questo itinerario è senza dubbio l’ambiente. La valle è incantevole fin dai primi passi, dominata nella prima parte dal Monte Besso e dalla sua imponente valanga. Seguono poi gli ampi pascoli verso la cabane, con una progressione che man mano rivela alcune splendide montagne, quali la Dent Blanche, la Dent d’Herens, l’Ober Gabelhorn e ovviamente, su tutti, lo Zinalrothorn.
Ma arrivati in cima a sorprendere ulteriormente è la visione della nord del Weisshorn, montagna che da ogni lato regala visioni davvero meravigliose.
Attenzione: Google Maps indica circa 1h di percorrenza in meno rispetto alla realtà per raggiungere Zinal. La stradina che sale la valle è molto stretta e costellata di semafori per il senso unico alternato. Il sospetto è che la strada principale sia stata chiusa per qualche motivo.
Ringrazio Ivano per aver colto il migliore weekend di questo avaro mese di aprile.