Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Weisshorn

Finalmente anche sulla vetta più bella delle Alpi!

La Weisshornhutte
La Weisshornhütte

Molti considerano il Weisshorn la più bella vetta delle Alpi. Presenta infatti un ambiente di rara bellezza, che parte dai pascoli bucolici di fondovalle per arrivare a toccare il cielo con una via normale tra le più varie che si possano pensare, con tratti in parete, una lunga cresta rocciosa, una nevosa, un pendio glaciale ed ancora una breve sezione rocciosa.

La partenza secondo la relazione parte da Riel, poco prima di Täsh. Ma è impossibile trovare questa frazione. Sappiate allora che alla rotonda con la montagna in mezzo dovete girare a destra e parcheggiare. Il sentiero inizia subito a monte della grande frana. Noi, invece, siamo finiti in un campo da golf e abbiamo salito un altro sentiero che poi si raccorda al precedente.

I lamponi sono una irresistibile distrazione. Piove a tratti, c’è nebbia e i funghi trionfano fino a 2900m. Per dare un’idea dell’umidità. Ma nonostante le distrazioni arriviamo alla Weisshornhütte in meno di 4h. Il sentiero è molto comodo e scorrevole.

Dai lamponi ai ramponi. Il giorno dopo, poco prima delle 3h cerchiamo di seguire gli energumeni che salgono verso la cima. Di notte è difficile orientarsi ed è meglio avere dei riferimenti, se possibile. Io però non riesco a tenere quel ritmo forsennato e lascio andare avanti il socio fino alla Frühstücksplatz. Purtroppo fa freddo. Nella notte ha nevicato poco oltre i 3000m e bisogna arrampicare con i ramponi.

La cresta rocciosa innevata non è esattamente quello che intendo con il saper cogliere le migliori condizioni, ma va bene che l’ottimo socio è ben felice di tirarsi i gendarmi ghiacciati.

Dopo un lungo peregrinare inizia la sezione nevosa. Vista da sotto pare schiacciata, ma sono ancora oltre 400m di dislivello. Inoltre, all’inizio e in una breve sezione centrale è in ghiaccio vivo. Per fortuna l’inclinazione è modesta (questi 45° sono clementi, insomma, poco sostenuti). In compenso c’è una sorta di terminale verticale un po’ impressionante, da attraversare su un ponticello poco rassicurante.

Arrivo scoppiatissimo alla sezione rocciosa terminale e quindi in vetta! La giornata è fredda e un po’ ventilata. Il panorama è di una bellezza sconcertante, ma ci fermiamo poco in cima. Fa freddo e poi c’è l’ansia del ritorno. Ci ho messo oltre 7h a salire, di più ne metteremo in discesa. La via non è difficile, ma sempre delicata. Anche se molti corrono per me è da scendere con cautela e pazienza. Facciamo anche alcune rilassanti doppie sfruttando comode soste di calata.

Alla sera ci rifermiamo al rifugio, posto in una posizione fantastica. Siamo a pochi chilometri dall’affollata Zermatt, ma qui c’è sempre poca gente. Le gestrici sono molto disponibili e gentili.

Il mattino dopo con calma torniamo a valle in un sole splendente. Per anni ho sognato questa montagna, un po’ di nascosto, per la fatica e una certa delicatezza che impone. Sono stato attratto dal lungo avvicinamento in un ambiente solitario e bellissimo nella sua varietà, dalla forma piramidale di questa montagna, dalla sua mutevole, elegante, saldissima cresta.

Le montagne sono così. Una continua ricerca di bellezza naturale, gratuita, che arricchisce l’anima, che infonde piacere e belle sensazioni da condividere. Purtroppo a volte c’è da faticare un po’, ma ne vale la pena.

Il girono prima non promette un granchè
Poco prima dell'alba, sulla Frühstücksplatz
Poco prima dell’alba, sulla Frühstücksplatz
Arriva il primo sole
Lungo la cresta
C’è da salire su di qui
…e finiti i vari torrioni c’è ancora da fare tutto questo tratto qui!
non ce la farò mai!
Abbiate pietà
Ci si mettono pure i crepaccioni!
Ancora rocce da salire!
Quasi in cima!
Facciamo finta di essere ancora in forma
In cima!
vetta
panorama
Inizia la discesa
Panorama sul Rosa
Discesa delle rocce sommitali
Il crepaccione verticale
Parte alta della montagna
In discesa, verso la cresta rocciosa
Uff… e chi ce la fa più?
Oh mammamia, ma guarda dove siamo passati questa mattina al buio! Questo è il famoso zig-zag.
Non mi parlate più! – l’arrivo al rifugio
Weissornhutte
Lungo il sentiero

Occorre un socio perfetto e di grande fiducia per salire su di qui. Grazie a Luciano, è stato un grande piacere privilegiare della sua compagnia, senza di lui non ce l’avrei mai fatta! Tutte le foto sono sue.

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