In una parola: straordinario!
L’idea è cominciata con il salire il Lyskamm Occidentale, io, Ziano e Paolo, in una bella giornata d’estate (quest’anno una vera rarità!), quale è stata questo 3 agosto 2008.
Ero stato sul Castore l’anno scorso, procedendo invece dal Col Felik poche centinaia di metri verso la nuova montagna appare subito in modo incommensurabile che anche dal punto di vista paesaggistico abbiamo a che fare con una salita completamente diversa. Come ambiente: la lunga cresta e lo straordinario pendio nevoso che porta all’anticima, ma anche come panorama, con la visuale sul Cervino, il Bianco e le principali montagne del Rosa. Nondimeno dominano la scena i ghiacciai himalayani presenti sul versante elvetico. In una parola: straordinario!
La salita al Lyskamm Occidentale è semplice e presenta un unico pendio un po’ ripido (35°, solo in alcuni tratti, forse, raggiunge i 40°) e un precedente tratto di cresta un po’ affilata. Dalla vetta in avanti le caratteristiche del percorso cambiano radicalmente, il paesaggio diventa intanto estremamente interessante, bellissimo, indimenticabile. Un’affilatissima cresta dentellata da roccette parte in direttrice pianeggiante verso la vetta orientale. Una visione un po’ inquietante dal punto di vista tecnico, in realtà procedendo scopriamo che solo un piccolo pulpito roccioso va abbracciato e aggirato con un passo delicato. Segue successivamente la discesa di una paretina di fascie rocciose, sempre rigorosamente sul filo della cresta che non abbandoniamo mai, attrezzate per una breve doppia. Ancora altre roccette, ma semplici, e infine un’affilata discesina porta ad un valico che precede la salita dell’Orientale. Da qui appare come una perfetta crestina nevosa fino all’aguzza cima. Questo è forse l’unico tratto in cui la cresta si fa meno affilata, ma il riposo dei sensi viene impedito dalla ripida impennata che dai 4400m circa porta ai 4527m del Lyskamm Orientale.
Dalla vetta è assai evidente il percorso di discesa: l’affilata cresta diretta al Col del Lys è l’unico punto debole della montagna e non offre alcun dubbio interpretativo! Che bello quand’è così! D’altro canto si tratta di una cresta espostissima, a tratti corniciata (siamo sulla montagna delle cornici per eccellenza), solo a tratti assai ripida (sui 40°). Ad un primo tratto ripido segue una lunga cavalcata a fil di lama (sconsigliati problemi di equilibrio, labirintite, ecc…). Quindi un ultimo tratto ripido ci consegna al Col del Lys. Proprio in questi ultimi 50m la cresta si collega al pianoro glaciale italiano con un ultimo ripido muro, sui 45° o forse qualcosa di più. Ma questo è l’unico punto in cui una caduta non avrebbe effetti, altrove ogni errore è sicuramente a decorso fatale in quanto risulterebbe impossibile trattenere una scivolata.
Mediamente questo percorso viene giudicato AD. In realtà è relativamente semplice: basta camminare. Ed avere una buona pratica di lunghe camminate su creste con ramponi, con tratti affilati ed altri ripidi. E sapere fare manovre di corda, tipo brevi doppie. Ed avere un discreto allenamento che consenta di affrontare una cresta lunga oltre 3Km al di sopra dei 4400m. E non soffrire di vertigini o accusare problemi d’equilibrio. E non diventare blu sopra i 4000m come faccio io ogni tanto. Il mal di montagna è un problema subdolo, che ogni tanto ti prende ed ogni tanto no, oggi me la son cavata con un po’ di mal di testa, forse però dovuto all’insolazione tremenda.
I nostri tempi di percorrenza, non certo da maratoneti, sono stati i seguenti: circa 4h per arrivare dal Quintino Sella al Lyskamm Orientale. Un’altra ora per scendere al Col del Lys. Più o meno nei tempi di listino di alcune relazioni, come questa, sintetica ed efficace. Consiglio anche questa ottima relazione del Lyskamm Orientale.
Per concludere, si tratta di una delle più belle ascensioni che possa annoverare dal punto di vista dell’ambiente che si visita, così immacolato, severo, straordinario. Incredibile che si possa ottenere così tanto con un’unica preponderante dominante di colore: il bianco! Una montagna che, seppur impegnativa, mostra il suo lato più gratificante ed accogliente. Molte volte ho cercato di fare foto che mi lasciassero un buon ricordo. Questa volta ho fallito, almeno in parte, riconoscendo l’impossibilità di recepire tutto l’immenso panorama e le emozioni rivelatesi all’improvviso in così poco tempo. Intanto perchè è molto difficile armeggiare una reflex 35mm con uno zoom 85mm su una cresta così affilata, che esige tutte le attenzioni. Molti scatti sono stati buttati per la fretta e i mossi. In secondo luogo perchè il paesaggio è così ampio e particolareggiato che è difficile nei pochi istanti a disposizione comporre un quadro che abbia un significato senza perdere il tocco magico. Ma certo qualcosa è rimasto e il ricordo, quello sì, è indelebile.
bravo, bel giro!
Adesso ti toccano: la Kufner e la Rochefort e non dimenticare la Mittelegi
buon divertimento
Miiiizzzzziiiiiiiccccccaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!
Alex
Ti preoccupi perchè tocca a te accompagnarlo?
Pensa che in privato gli ho anche suggerito lo sperone della Tournette. E poi me ne verranno in mente altre.
Quindi preparati
Ciao
Complimenti per l’impresa “titanica!”. Guardando le immagini mi sono pentita di non aver accettato l’invito;-).
beh se proprio vogliamo fare delle proposte direi: sperone della Brenva,cresta Signal, cervino cresta Shmidt, e poi con buon allenamento traversata Lothse-Everest
eh facciamo che fare il Monte Olympus, 30000m di quota; su Marte. Atmosfera rarefatta ottima per acclimatazione estrema.
e perchè no?
io veramente non lo dicevo a presa di culo, secondo me l’amico Marco ha veramente i numeri per salire ciò che ho sopra
menzionato.
buona serata a tutti
beh anch’io penso che almeno le prime due possa farle oltre a quelle che jcr ha citato
ero anch’io da quelle parti in quel bellissimo week-end…complimenti!!! spettacolo!!!
..Spettacolari fotografie!!!
Marco
Renzo.
Ho fatto la traversata nei 1962 partendo dal rif Gnifetti, con ottima giornata.una cresta stupenda,indimenticabile!
Grazie per la testimonianza – è una montagna di grandi ricordi. Grazie.