Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Gran Paradiso

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Il Gran Paradiso, dal punto di vista sciistico, sembra rappresenti ormai più una meta ambita da visitatori stranieri che non italiani. Il Rifugio Vittorio Emanuele è un laboratorio di lingue. Ecco il viaggiatore californiano solitario, che vuol vedere come si scia quassù. Ecco la coppia di Monaco, e poi sciatori inglesi, francesi. E noi, fortunati viaggiatori che la meta ambita ce l’abbiamo a pochi passi da casa. Ma non mancano alpinisti che si cimentano con qualche nord, preferendo vette limitrofe; che prima o poi chissà…

Il meteo buono e il rigelo notturno garantiscono oggi condizioni sicure. Partiti alle 6h30′ dal Rifugio, approdati verso le 9h10′ alla terminale, dove si tolgono gli sci. Angelo impone un ritmo interessante: l’idea è superare tutta la processione. Ci accoltelliamo solo in cima alla schiena d’asino, ottime condizioni di salita.

Arriviamo alle roccette che non c’è nessuno, così mi permetto pure il lusso di raggiungere la madonna di vetta. C’è un bel sole caldo, ma devo scappare in fretta prima che arrivi la ressa.

Discesa su neve durissima e ciottolosa. Non prediligo questo tipo di neve vibracall-intensive. Ma è comunque sciabile. Se non si va a curiosare in posti strani…

La salita da Pont al Rifugio, effettuata sabato, richiede già un lungo trascinar degli sci a spalle. Così in discesa percorriamo lo spettacolare Vallone della Seiva. Una calda risalita fino a circa 2900m, sotto il Ciarforon. E poi un lungo e panoramico traverso che approda al Ghiacciaio dell’Etret, dal quale si giunge a Pont sci ai piedi. Consiglio questo traverso, tocco di perfezione alla giornata, per l’ambiente molto aperto e panoramico su Ciarforon, Becca di Monciair, Denti del Broglio, Testa del Grand Etret. Tutti immersi in immensi valloni di un bianco accecante che cede solo in basso all’avanzare verde della primavera. Occorre neve sicura, le pareti incombono cariche di neve sopra di noi, ma oggi la neve è durissima.

La parte finale del Vallone del Grand Etret è ormai invasa di valanghe di fondo. Noi siamo invasi dal piacevole senso di aver fatto una bella, panoramica sciata tra montagne eccezionali.

Un giretto un po’ tranquillo ci voleva! Una classica sciata, specie se sul Grampa, ogni tanto ci vuole. Quando ci sono quelle rare giuste condizioni. Ma non è poi mica così semplice: l’ambiente d’alta quota e i ghiacciai impongono attenzione. La salita è sempre faticosa. Ringrazio Angelo per aver creduto in questo viaggio tra le meravigliose montagne del Gran Paradiso (e per l’antivento!). Saliti in modo selvaggio, senza attrezzatura alpinistica – ma con picca e ramponi! -, il ghiacciaio è tutto chiuso e sicuro. Un saluto alla guida Umberto e Cristina che sono andati a far la nord della Monciair.

5 thoughts on “Gran Paradiso

  1. Come avrei voluto esserci. Qui vedo solo mare e cocchi, datemi uno sfondo con due montagne per poter sognare.
    Ultimo saluto dal Brasile.

Commenti

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