Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Giro dei quattro rifugi della Val Grande

  • Il pianoro oltre l’Alpe di Sea
    Il pianoro oltre l’Alpe di Sea
  • In vista delle Cime Piatou e del Bivacco Soardi
    In vista delle Cime Piatou e del Bivacco Soardi
  • Una secca Ciamarella
    Una secca Ciamarella
  • La Levanna Orientale, meta di domani
    La Levanna Orientale, meta di domani
  • La cresta verso la Cima Monfret
    La cresta verso la Cima Monfret
  • Verso la Monfret
    Verso la Monfret
  • Cima Monfret, tratto troppo difficile
    Cima Monfret, tratto troppo difficile
  • La discesa dal passo delle Lose verso il Daviso
    La discesa dal passo delle Lose verso il Daviso
  • Nuovo giorno, salita verso la Levanna Orientale
    Nuovo giorno, salita verso la Levanna Orientale
  • Verso il caratteristico glacio nevato superiore
    Verso il caratteristico glacio nevato superiore
  • Il glacio nevato superiore, si aggira verso destra
    Il glacio nevato superiore, si aggira verso destra
  • Le altre due Levanne
    Le altre due Levanne
  • Il Grampa oltre l’intaglio del Colle Perduto
    Il Grampa oltre l’intaglio del Colle Perduto
  • Cumuli minacciosi
    Cumuli minacciosi
  • Ritorno al Col di Fea… incredibilmente senza nebbia!
    Ritorno al Col di Fea… incredibilmente senza nebbia!
  • Discesa verso il Gias Colombin
    Discesa verso il Gias Colombin
  • Alpeggi abbandonati…
    Alpeggi abbandonati…

Se siete alla ricerca di luoghi tranquilli e lunghe camminate, il giro dei rifugi e bivacchi della Val Grande di Lanzo è un’ottima alternativa per passare (almeno) un paio di giorni in montagna.

Si parte da Forno Alpi Graie e si sale al nuovo bivacco ubicato al Gias Nuovo, punto di sosta per i trekking verso la Val d’Ala. Si sale quindi al Bivacco Soardi. Da qui, abbandonato ogni sentiero si sale verso il Pian di Giovanot e poi verso destra fino a reperire qualche ometto e segni sbiaditi che portano al Passo delle Lose.

Dal Passo si può visitare la vicina Uja di Mombran, oppure nel nostro caso cercare fortuna presso la Cima Monfret. Siamo stati ingannati da una relazione che la classifica PD-. In realtà si sale camminando fino a circa 50m dall’ometto di vetta. Poi un difficile spigolo ci obbliga a tornare indietro. Così a occhio è ben più di II o II+, ma sappiamo che i gradi vanno un po’ a interpretazione.

La discesa verso il Daviso, dal Passo delle Lose, è segnata qua e là, ma piuttosto faticosa da camminare (pietraie scomode). Si scende fino alle morene del Mulinet, dove si reperisce il sentiero dell’ex bivacco Rivero, divelto più volte da misteriose e furiose forze della natura. Non più ricostruito.

Scendiamo al Rifugio Ferreri, antico ricovero ancora utilizzabile, dove un esile sentierino ci porta al Rifugio Daviso.

Pernottiamo in questo luogo accogliente e gradevole. Il temporale ci lascia arrivare con comodo, poi si sfoga.

Il giorno successivo saliamo la Levanna Orientale, in questo periodo transitabile senza picca e ramponi. La salita è facile e su terreno privo di sentieri oltre il Col di Fea, è sufficiente sapere dove passare, reperire le giuste cenge che portano alla targa in ricordo del Santo Murialdo.

Per completare il giro ad anello, dal Col di Fea scendiamo verso il Gias Colombin. Una discesa segnata a volte un po’ ambiguamente, ma a sufficienza, su terreni assai poco frequentati, tra balze rocciose e alpeggi costruiti ad arco di pietra (come sovente accade sul lato sinistro idrografico  della Valle).

Solo al rientro a Forno ci rendiamo conto che è ferragosto, nei valloni di Gura e di Sea la solitudine, preziosa e piacevole ci accompagna. La veloce fuga di un ermellino, la silenziosa planata del gipeto, lo sguardo curioso dei giovani stambecchi impreziosiscono questi ambienti di grande pregio, che meritano una e tante visite soprattutto quando non c’è voglia di troppa folla.

Grazie a Ivano B. per questo viaggio tra le Alpi Graie Meridionali di casa.

La salita dal Soardi al Passo delle Lose è su terreno privo di sentieri e presenta alcuni tratti in cui la consultazione del GPS può essere utile in caso di nebbia. Utile anche in alcuni tratti in discesa, sempre in presenza di nebbia, soprattutto sulla morena del Mulinet prima di reperire la traccia che scende dal Rivero.
Attenzione anche alla discesa del Colombin, su sentierino poco battuto, da seguire con molta attenzione.

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