C’è un bel rigelo notturno e un fantastico cielo sereno per una gita sulla neve sognata da tempo: l’Albaron di Savoia, la montagna francese raggiungibile dopo una lunga salita tra valloni e valichi suggestivi.
Con il sole che si affaccia all’orizzonte saliamo il Canale delle capre. Un orrido ripido e colmato dalle valanghe. D’estate mai si penserebbe che con la neve sia percorribile, tanto è scosceso e inaccessibile. Ma la neve è strana, perchè fa sembrare tutto bello e addolcisce i tratti impervi, a volte però ne nasconde i pericoli ed è anche capace di fregarti in modo irrimediabile una volta sola.
Supero sci in spalla e ramponi ai piedi questo canale gelatissimo. Poi si apre lo sguardo sul lunghissimo Pian Gias. Si tratta di un ghiacciaio vallivo necrotico, il cui ambiente e sviluppo possono ricordare un deserto himalayano. Davanti a noi il Monte Collerin scarica rivoli di neve polverosa dentro i tortuosi canali verticali come la sabbia scende in una clessidra. Percorriamo il ghiacciaio fino al termine, al Passo dell’Albaron, dove si entra in Francia. Sopra i 2800-3000m si evidenziano gli effetti del temporale di ieri: un po’ a sorpresa ci sono almeno 50cm di neve fresca, un po’ pressata dal vento e quindi portante.
Saliamo verso la Sella, il tratto di cresta che unisce il Monte Collerin all’Albaron di Savoia (3627m). L’idea è di raggiungere il punto in cui normalmente si arriva in estate, ma a dieci metri dal traguardo lo spessore della neve e l’inclinazione ci inducono a trovare un punto di uscita più sicuro. Lo individuiamo a pochi metri, non senza aver sentito come un coro di centomila persone fare “woop” sotto i piedi. C’è da dire che qui le pendenze sono davvero modeste. In ben altra situazione si trova il gruppo di francesi sotto di noi, sul Glacier des Evettes, che risale direttamente verso la cresta in un tratto molto ripido della parete NE.
Nessun altro oggi, solo noi due. E le nebbie che celano l’Albaron in una fascia di tormenta, dentro un vento freddo ed umido. Dalla Sella proviamo a fare due passi in cresta, ma si affonda fino all’anca, non è giornata da salire oltre.
Pur essendo già stato qui tante volte le sensazioni che ne scaturiscono sono sempre di inedito stupore e benessere per la bellezza selvaggia e superba di queste montagne. È una piacevole sorpresa stupirsi di essere stupiti.
Scendiamo percorrendo il più diretto Ghiacciaio del Collerin, sotto la parete del monte omonimo. La discesa avviene in una morbida neve polverosa di stampo invernale. Il Pian Gias è già nel firn ed è davvero veloce con gli sci…
Grazie ad Angelo per questa inedita sciata tra le montagne di casa.