Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Pizzo Badile

Spigolo nord

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Chiudiamo questa estate davvero generosa ed eccezionale dal punto di vista meteorologico con una grande classica che richiede gran bel tempo.

In realtà è stata una scelta di ripiego, a causa della fiera dei fenomeni meteorologici che disturba le alte montagne delle Alpi Occidentali. Ma fossero tutte così le gite di ripiego!

Lo spigolo nord del Badile supera ampiamente ogni aspettativa, cosa che accade di rado. Per ambiente, qualità della roccia (incredibile!) e itinerario. L’arrampicata infatti è molto varia e trova talora fantastici passaggi tra fessure, camini, svolte improvvise. La caratteristica principale resta comunque la placca appoggiata, talora entusiasmante, come avviene sulla Risch. Il passo chiave è invece più in alto, una placca da attraversare in diagonale verso sinistra, molto ben protetta e da interpretare (stare bassi all’inizio!), con difficoltà dichiarata di 5a+.

La salita è così bella che non stanca mai, quel che stanca di più per chi non ha le spalle larghe come me è il recupero del secondo: si va via veloci, ma non tanto da andare in conserva (!) e noi abbiamo preferito usare due mezze da 60, utili per le doppie in discesa sul versante opposto.

Tra le altre cose belle aggiungiamo che lo spigolo tra chiodi e spit è molto ben protetto, fattore che lo rende rilassante. I gradi pure sono molto corretti.

In cima dovrebbe esserci un bivacco, ma non l’abbiamo notato. Scendiamo sul versante italiano per completare la bellissima attraversata, giungendo a notte fonda, dopo le 22h, ai Bagni di Masino.

Relax, piacere per le lunghe attraversate, ambienti straordinari caratterizzano questa salita. Si torna con una gran leggerezza e un rinnovato stato d’animo. Purificante. Si torna anche con una inevitabile gran stanchezza!

Logistica

Per apprezzare al meglio questa salita occorre una giornata perfetta e andare con calma. Portare un’auto ai Bagni di Masino (parcheggio a pagamento) e con un’altra salire a Bondo in Val Bondasca. Salire il lungo sentiero che con un giro dell’oca conduce al Sasc Furä. Gradevole rifugio, ben gestito e ospitale. Se non si sfora dalla mezza pensione i costi sono pure contenuti rispetto ad altri rifugi. Per contro di listino per arrivare qui ci vogliono oltre 5h, complice l’enorme frana del Cengalo, che ha riempito un’intera valle cancellando ogni traccia e possibilità di passaggio.

Il giorno successivo se si parte alle 4h dal rifugio si può sperare di arrivare dopo le 16h in cima, procedendo con calma e a tiri. Da qui si scende per la via normale superando il primo anello di calata. Al secondo anello, voltarsi alla propria destra (faccia a valle) e trovare la prima delle cinque lineari e comode soste di discesa del soccorso alpino (cosiddette). L’ultima calata da 60m deposita su placche appoggiate un po’ delicate. Sono pochi metri da scendere con un po’ di attenzione. Sennò dalla sosta scendere solo 10m e fare un’altra calata sugli evidenti cordoni lasciati da chi ha solo corde da 50m. Le calate sono lineari e diritte da una sosta alla successiva. Dalla seconda sosta, rispetto alla prima si vira di 90° a destra (faccia a monte) per scendere alla successiva. Il terreno appoggiato ingarbuglia un po’ le corde.

Sarebbe opportuno prenotare il Gianetti per la sera del rientro, ma risulta sovente impossibile in quanto il rifugio è frequentatissimo.

Per la salita un paio di scarpette comode sono sufficienti, evitare scarpette tecniche, strette e scomode.

Attraversata effettuata il 13-14 agosto 2022, con rientro la mattina del 15. Sono profondamente grato a Ivano B. che ha reso possibile questa salita ed esperienza nel modo migliore possibile.

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