Non può che essere un weekend felice quando dopo cinque giorni feriali di nubi incessanti un bel sabato torna il sole. Ne approfitto per salire verso il Lago di Monastero da Vrù, su strade sterrate in direzione del Colle Forchetta.
Gli effetti dei quasi 300mm di acqua caduti fino a ieri si vedono. C’è acqua che cola ovunque, sembra voler straripare da dentro la terra e lacrimare in interminabili rivoli. C’è il sole, ma numerosi cumuli di bassa quota traggono forza dall’umidità residua.
Verso i 1800m incontro le prime tracce di neve gelata. Curiosamente la neve è gelata, così ci si cammina bene sopra, con un buon grip. Arrivo agevolmente al Lago, a 1993m, dove ci sono ormai una trentina di centimetri. Il sole trafigge le tenebre creando giochi di luce, illuminando pendii e torrioni come se fossero essi stessi fonte di luce propria.
C’è la neve, e sotto scorre l’acqua, in torrenti che a tratti fuoriescono in superficie.
Sulla moquette
Dal Lago di Monastero approfitto di questa neve gelata, che tiene il passo, e salgo verso La Rossa, cucuzzolo soprastante, sfidando i distacchi spontanei della neve. Sfidando non troppo, infatti sulla crestina a poche decine di metri dalla vetta decido di tornare sui miei passi. Ma questa neve è fantastica da camminare, condizioni così si trovano molto raramente.
Il cercaminiere
Figuriamoci se non salta fuori l’idea ravanosa della giornata. Per non rifare tutta la strada sterrata, che reputo troppo lunga e noiosa, mi fiondo entusiasta su un sentiero 330 per Vru. Dovrebbe passare per le miniere di Cugni e Brunetta. Ci arrivo, a prezzi di infiniti saliscendi, altro che fare prima. Intanto il sole cala e il passo si fa di corsa.
I pediluvi
Arrivato alla Miniera Brunetta un bel sentiero mi dice che Vru è prossima. Bene – penso – il più e fatto.
Purtroppo il sentiero si avvicina ad un impetuoso torrente, che tocca attraversare per un guado, trenta centimetri d’acqua. Il pediluvio tutto sommato non appare così sgradito ai piedi, che camminano da ore.
Ma pochi minuti dopo ecco aprirsi un altro guado! Tocca di nuovo mettere i piedi a mollo, e siamo all’imbrunire. Questa volta i piedi non ringraziano. Mi toccherà un ultimo attraversamento, poco prima di arrivare alla Torre di Pisa. Finalmente sono a Vrù.
Un bel giro, questo, tra gli scoscesi pendii che si aprono tra Vru e il Lago di Monastero, tra presenze che sanno di mistero, dove a gallerie improvvise nella terra si succedono ampi e ripidi prati su cui pascolano branchi di camosci. Una buona giornata di un autunno che sta per terminare, almeno secondo il calendario.
Hasta la victoria siempre!