Mi son portato dietro la roba per arrampicare, ed ovviamente trovo l’occasione per una salita alla Croce Rossa, 3560m: picca e ramponi. Ma io non ho niente di questo. Decido lo stesso di seguire gli amici del Soccorso Alpino, in leggero stile merenderos. Negli ultimi anni la Croce Rossa è diventata pressochè detritica, quindi dovrei riuscire a salire anche senza attrezzature da ghiacciaio. E se così non è poco male: non ho pretese, mi basta far due passi e una buona compagnia.
Tornato dal Ciavanis saliamo al Cibrario, dove si passa la notte. Bellissimo rifugio, poco frequentato e assai accogliente! Al mattino si parte e si va verso il Colle della Valletta. Bel tempo in Francia, ma dalle Valli di Lanzo arrivano fredde nuvole orografiche. La Croce Rossa, per farmi dispetto, appare tutta bianca. Decido di non salire senza picca e ramponi.
Dopo aver cazzeggiato un po’ sulle creste del Peraciaval cambio idea e decido almeno di provare a salire i detriti di misto che portano verso la vetta. Attraverso velocemente la traccia che taglia il pendio, quando ad un tratto, sono a circa 3400m di quota, un fragore improvviso attira la mia attenzione. Un enorme pilastro roccioso, un buon condominio, si stacca dalla cresta e precipita sul sentiero che ho attraversato un minuto prima. Attimo di impressione! Non dev’essere la mia giornata. Ripresomi dallo spettacolo decido di rinunciare alla vetta per tornare indietro e riattraversare subito quel pendio che ora mi sa tanto di roulette russa. Una corsa e sono di nuovo al Colle della Valletta. Nessun altra frana in vista. Ridiscendo al Rifugio, tra stambecchi e marmotte. Va benissimo così.