Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Cara Val d’Aosta… ritorno alla neve!

Come ogni anno è un piacere onorare la stagione invernale in Val Ferret (Monte Bianco). Parlo ovviamente di sci nordico, una disciplina sempre più in crisi, messa a repentaglio in questi ultimi anni da un clima bizzarro che vede il limite della neve spostarsi sempre più in alto. Così tocca farsi un centinaio di chilometri  e arrivare in questa stupenda località ai piedi del Monte Bianco, dove la neve non manca (quasi) mai e le piste sono fantastiche. In questo periodo per di più il tracciato si snoda da Planpincieux a Arp Nouva, anzichè fermarsi a Lavachey. Così la pista raddoppia, da 10 a ben 20Km di gradevole scivolata in uno scenario suggestivo, strepitoso. La mia partenza, come sempre dopo tanti mesi di assenza, è un po’ titubante; ma bastano pochi chilometri per recuperare i meccanismi e il ritmo. Ed ecco rinnovarsi il consueto piacere di salite e discese nell’immacolato bianco paesaggio della valle.

Oggi è anche il primo dicembre, il primo giorno dell’inverno meteorologico. Il clima però non ci azzecca per nulla. Prima di partire mi confronto via mail con una amica su che tipo di paraffina mettere. A casa sua, dice – fa freddissimo! Mi consiglia la viola (per nevi finlandesi o siberiane) o al più la rossa (per nevi artiche, un po’ meno fredde…). È chiaro che mi prende in giro, o vive dentro il proprio frigorifero! Oggi infatti fa veramente caldo. Al mattino pioviggina, poco, poi esce il sole e sembra davvero che debba sbocciare la primavera. La neve diventa una pappa inconsistente, cominciano ad uscire zolle di terra sulla pista, che in alcuni punti si fa acquosa. Apprezzo però non soffrire il freddo, che qui invece è solito insinuarsi anche nei periodi più miti. Di cascate di ghiaccio non se ne vede l’ombra neanche a tremila metri. Gli inverni anni ’80 sembrano proprio lontani, i tempi cambiano.

Ma il clima non è l’unico inconveniente per i fondisti. Lo sci nordico è da sempre stata considerata la disciplina povera degli sport invernali. Fino ad una decina d’anni fa con centomilalire o poco più ci si faceva l’intera attrezzatura. L’ingresso in pista (oggi come ieri esclusivamente su neve naturale) costava due o tremilalire, mentre in Val d’Aosta era del tutto gratuito.

Già, i tempi cambiano. Oggi un bel paio di sci da skating costa quasi 400€ (e solo gli sci), la Torino-Aosta andata e ritorno 28,80€, il biglietto di ingresso alle piste è salito a 5€. Nelle prossime settimane la Val Ferret verrà chiusa al traffico privato, ed occorrerà anche pagare la navetta per il tragitto Courmayeur-Planpincieux. Mia cara Val d’Aosta! Così va a finire che la bella Val Ferret resta una eccezione che val la visita una volta l’anno. Nella speranza che la neve torni, prima o poi, a quote più popolari. I prezzi, quelli no, non ci speriamo nemmeno.

3 thoughts on “Cara Val d’Aosta… ritorno alla neve!

  1. Ciao marco, sono paolo l’amico di graziano, l’istruttore per intenderci, innanzitutto ti porgo i più vivi complimenti per i tuoi racconti (non so se è corretto chiamarli cosi) che regolarmente seguo.
    Non ti lamentare, perche pensa a chi come me pratica invece lo sci alpino da ormai più di vent’anni e ha visto le piste trasformarsi in vere e proprie lastre di ghiaccio, dovuto all’innevamento artificiale, ai considerevoli sbalzi termici tra giorno e notte ed alla carenza di neve naturale. Come se non bastasse queste autentiche piste di bob con gli anni si sono riempite di tamarri che grazie ai nuovi materiali in particolare i “carving”, sfrecciano a velocità supersoniche senza avere la minima concezione di che cos’è lo sci. Non parliamo poi degli snowborder o “sauta bialere” qualsivoglia, che ti tagliano regolarmente la strada quando meno te lo aspetti!!!!
    Per di più un giornaliero per il povero sciatore costa almeno 25-30 euro, più autostrada, gasolio o benzina, ecc….
    Non ti lamentare, almeno te devi solo combattere con le avversità che impone madre natura con i suoi ritmi, il povero sciatore invece…..
    Quindi se ti dovessi trovare a disagio su una salita con neve scarsa e lenta, pensa che almeno a te non potrà accadere che un sauta bialere ti tagli la strada gridando:”iauuuuu”.
    Ciao. Alla prossima.
    Paolo.

  2. Ciao Paolo,
    è un piacere ritrovarti qui tra queste pagine!

    Nel merito del paragone che proponi, non posso che condividere pienamente quanto scrivi. La realtà dello sci in pista è qualcosa di estremamente caotico e nevrotico, in cui a volte si evidenziano i comportamenti peggiori di questa società. E confesso che la situazione che descrivi è anche una causa che ha contribuito a tenermi lontano da quella disciplina. Meglio la mia neve scarsa e lenta, in ambienti più delicati e isolati.

    Chissà che un giorno non riesca a passare direttamente allo sci-alpinismo, o allo sci-escursionismo. Evitando le orde inferocite della follia in pista.

    Grazie per l’intervento,
    a presto!

  3. Infatti è per questo che ho comprato l’attrezzatura da sci alpinismo, incentivato anche da graziano. Purtroppo però non sono ancora riuscito ad andarci una volta!!
    Sicuramente la montagna non è più la pista da sci alpino!!
    Ciao.

Commenti

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