Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Per boschi in Val Grande di Lanzo

Con la primavera i boschi tornano a rivivere. È possibile inventarsi nuovi itinerari per scoprire la vita nascosta e rigogliosa delle foreste. Vediamo quindi di salire da Vonzo a Chiappili (Chialamberto, Val Grande di Lanzo). Da qui, per sentieri smarriti e inventati si scende tra balze e alberi nel pittoresco Vallone Vassola. A fatica incerte tracce conducono ad un guado del fragoroso torrente. Merita un attimo di contemplazione questo severo vallone, dove erti pendii offrono terreno ai boschi e alle imponenti pareti di gneiss. Alcune dalle forme fantasiose e visionarie.

Una labile traccia scende verso le case di Balmavenera. Poco prima dell’abitato si trova il sentiero che sale a San Bernè. In corrispondenza di questo incrocio abbandoniamo le tracce e saliamo in diagonale sotto la gigantesca granitica parete denominata Torre Marina. Le prime tenere foglie dei faggi illuminano di un nuovo verde la vita dei boschi, dove echeggia il cuculo e alcuni camosci scattano veloci sparendo inghiottiti dalla vegetazione. Non mancano ovviamente farfalle e coleotteri indaffarati. Il bosco vive, ogni istante, dalle più grandi alle più minuscole forme di vita; vegliato dalle grandi pareti, le uniche in grado a fatica di interromperlo, e ricamato dalle acque.

Dopo una lunga salita dall’esito incerto arriviamo alla base di Torre Marina, e la contorniamo in tutta la sua lunghezza, fino ad arrivare in vista del santuario della Frassa. Per raggiungerlo però occorre ancora scendere un angusto vallone, ripido e solcato da pericolose balze rocciose. Qui ci aiutano le tracce dei mufloni, che dimorano in grandi branchi in questa zona ormai afferente al Vallone di Unghiasse. Attraversato il Vallone ci ritroviamo alla Frassa, dove con sollievo troviamo il sentiero balcone della Val Grande.

Torniamo verso Vonzo. Questa volta per il sentiero balcone, che riporta a Balmavenera. L’abitato in realtà non si chiama Balmavenera, ma Pianardi, anzi Ronco Bianco. Troppi nomi per due case messe in croce. Suggestiva la presenza di ruderi, antichi testimoni di incendi risalenti all’ultima guerra. Le Valli di Lanzo infatti furono teatro di violenti scontri tra i partigiani ed i filotedeschi.

Da Bamavenera il sentiero ritorna nei boschi e nel Vallone Vassola, dove il torrente viene ora superato tramite uno storico e bellissimo ponte in arco di pietra. Si giunge a Candiela e da qui, inizialmente per la strada e poi per un sentiero si ritorna a Vonzo. Il sentiero ricomincia nei pressi del tornante posto tra Vonzo e Candiela, e passa vicino alla tomba di un gatto.

Non so quanto possa consigliarvi di ripetere un itinerario così: non per il limitato dislivello, occorre però un po’ di conoscenza del territorio, magari un GPS e soprattutto voglia di vagare nei boschi. Ma si riscopre un nuovo piacere di camminare e una particolare prospettiva della montagna.

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