Terminate da poco le recenti abbondanti nevicate io e jcr decidiamo di andare a vedere un po’ di nuova neve, in posti un po’ lontani dalle folle dove non ci siano divieti e ordinanze da pericoli valanghe. Sono paesi a pochi chilometri dalla mia città natale, ma è la prima volta che salgo nella Valle del Malone.
Partiamo da circa 1000m di quota, presso alcuni casolari sopra la frazione Ritornato. Ci sono circa 40cm di neve ghiacciata, più ghiaccio che neve.
Fino all’ultimo non sappiamo se salire il Monte Soglio o l’Angiolino, la scelta per l’Angiolino si rivela azzeccata in quanto il Monte Soglio ha il profilo della cresta disegnato da una continua ed enorme cornice, magari innocua, ma potendo scegliere ne stiamo lontani. Queste semplici vette prospicienti la pianura, un tempo molto frequentate, negli ultimi decenni sono infattibili o praticabili solo per pochi giorni all’anno a causa di una cattiva congiuntura climatica: troppo caldo e poca neve. La neve, talora abbondante, sparisce rapida sotto gli effetti del Sole o diventa una poltiglia.
La prima parte della salita avviene in un fitto e fastidioso sottobosco di cespugli e rami, su neve ghiacciata dove è facile scivolare indietro. Superati questi fastidi sbuchiamo su uno splendido pendio di neve polverosa, in vista dell’Alpe Fontanile.
Sono ben evidenti gli effetti dello scirocco, il vento da SE che qui ha coperto di neve anche i muri degli alpeggi. Oggi invece soffia un leggero föhn, non fa freddo e solo alcune nuvole lenticolari ricamano il cielo, nascondendo di tanto in tanto il sole.
Eccoci sulla cresta presso la Rocca Frigerola. Spettacolo! La neve copre l’ampia dorsale creando rigonfie cornici sul versante occidentale. Nonostante l’imponente azione del vento la neve è molto compatta, senza croste e assolutamente portante. Con l’arrivo in cresta però termina la neve polverosa, ora è acquosa, primaverile e così lo sarà fino in vetta.
Il Monte Angiolino appare sovrano contornato da alcune nubi orografiche. Si vede l’itineraio di salita, che prevede il superamento di una ripida spalla, punteggiata da roccette e cornici di neve. La spalla va superata presso le roccette di cresta, per evitare il ripido avvallamento di destra, potenzialmente soggetto a scariche.
Eccoci in vista dell’Alpe Frigerola, 1790m. Dopo una rapida valutazione dell’ambiente decidiamo di andare a vedere se la spalla del nostro monte oggi è di buon umore.
Dopo un bel pendio iniziale segue una balza rocciosa sormontata da un enorme muro di neve, contornato a sinistra da enormi cornici. Il muro di neve si impenna gradualmente, ma negli ultimi tre metri meriterebbe un paio di picche per potersi davvero divertire.
Per fortuna la neve resta primaverile e compatta, ragion per cui jcr lo va a tastare senza troppe esitazioni. Il sottoscritto per il momento pondera e scatta foto all’eroico tentativo:
La neve è così compatta che necessita negli ultimi metri la progressione senza sci, ma l’uscita è semplice ed appare un pianoro che introduce la seconda parte della spalla. Intanto penso che io mi toglierò gli sci anche in discesa.
Contornate le roccette segue un ripido tratto con neve via via più scarsa, fino ad arrivare su un ampio pianoro che introduce il panettone sommitale. I versanti occidentali continuano a presentare spettacolari cornici.
Il panettone finale è assai sicuro e semplice, non ci sono più pensieri per arrivare in vetta. Solo la neve qui è assai scarsa, sui venti-trenta centimetri – ma dove se n’è andata? Erba e pietre, soprattutto pietre, reclamano attenzione per gli sci.
Eccoci dunque sulla cima! Qui è stata posta una stazione meteorologica. Null’altro. Nessuna traccia. Oggi siamo i soli quassù.
Il panorama è smisurato, spazia fino alla curvatura terrestre. Gran Paradiso, Valli di Lanzo, Alpi Cozie, Marittime e Pennine. Verso sud appaiono anche l’Argentera e gli Appennini. Ad est la Serra d’Ivrea è resa vicina dal terso vento di föhn, mentre ben più lontano spuntano le Orobie e le prealpi lombarde, lontani puntini di neve sopra una pianura non decifrabile.
La discesa, da neofita del settore, è davvero un’esperienza indimenticabile. Intanto la neve è compatta e ben sciabile. Nella parte alta bagnata e primaverile, ottima conduzione. Sotto l’Alpe Frigerola si scende il pendio rivolto ad est, dove ristagna una meraviglia di neve asciutta e polverosa. Infine, nella parte finale troviamo la neve ghiacciata, che si fa sentire con imponenti vibrazioni e un assordante rumore sotto gli sci. Solo il primo tratto sotto la spalla, molto ripido e vertiginoso, mi ha fatto per un attimo pensare ai beati territori di caccia. Poi mi sono seduto un attimo sulla neve morbida, ho girato gli sci e sono andato. I tratti che in salita sono apparsi un po’ delicati, in discesa sono… scivolati via senza problemi.
Voltandosi indietro a guardare le tracce dispiace davvero aver segnato la montagna così, sia pure in modo del tutto irrilevante e temporaneo. Tuttavia, rispetto a luoghi più frequentati, è anche l’occasione per guardare che tipo di curve si riesce (o non si riesce!) a fare. Le curve più belle valgon anche come dedica e buon auspicio per il mio amico Alessandro, temporaneamente fuori servizio per questo tipo di scivolate.
A parte l’intricata foresta iniziale, che sembra quasi proteggere e deviare dal paradiso che sta sopra, questa è stata un’esperienza fantastica! Sicuramente la migliore tra le mie gite scialpinistiche qui catalogate. Merito di Riccardo che ha avuto l’ottima deduzione sulla scelta dell’itinerario. Una neve fantastica e facile, un ambiente incantevole, nessun segno di slavine o distacchi. Vorrei altri inverni così, con la neve almeno in montagna. Non solo per sciare, ma per rivedere ambienti come questi, fino a ieri relegati a lontani ricordi, d’altri tempi.
sei stato bravo Marco, curve rotonde e 1200 metri senza cadere. Ricorda sempre di tenere il busto a valle e non arretrare troppo a fine curva. Per il resto: complimenti.
Alla prossima
“O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”