Questa bella cima si trova a 3326m sul confine italo-francese, in quel tratto che segna il passaggio dal Parc National de la Vanoise al Parco Nazionale del Gran Paradiso. La salita è molto interessante. Su circa 1500m di dislivello e 4h si attraversa il Vallone del Carro, si accede ad un traverso panoramico, si sale sul Ghiacciaio del Carro e da qui all’omonima cima. Sono presenti due tratti piuttosto ripidi, per guadagnare il traverso prima ed il ghiacciaio poi; soprattutto il secondo, per accedere al ghiacciaio, necessitano per gli scialpinisti scarsi come me neve molto buona ed un po’ polentona. In caso contrario una caduta potrebbe avere decorso fatale qualora non fosse possibile arrestarla.
Mi accoltello, al mattino su neve gelata, con questa perplessità in testa. In realtà la discesa si rivela assai meno problematica di come mi convinco io, se non addirittura divertente! La neve infatti cede al sole, solo sul ghiacciaio resta assai dura. Sul traverso si muovono alcune slavine che scendono dalle creste di confine. Al ritorno è bene fare questo tratto con una certa sollecitudine.
Tecnicismi a parte, l’ambiente qui è ampio e affascinante, traspare la severità dell’alta quota e la beatitudine delle montagne. Anche l’itinerario, che si snoda tra traversi e salti morenici, un ghiacciaio, è notevole e di grande interesse. Non è solo una mia opinione, dal momento che conto circa un centinaio di persone oggi.
A… tirare il Carro oggi con me c’è Gianfranco, che ringrazio per la compagnia. Un po’ in ritardo con l’allenamento, ma di grande tenacia in quanto sfruttando la giornata perfetta è comunque arrivato in cima con inarrestabile determinazione.
Da tempo si pensava ad una degna sciata primaverile in quota. Questa meta scialpinistica è tra le migliori, ponderando tutti i fattori di valutazione (neve, panorami, interesse itinerario, ambiente). L’estate è arrivata e temo d’aver finito qui con lo scialpinismo: se così è si tratta di una degna conclusione.
Panorama di vetta:
mmmm…non c’era quasi nessuno in zona