Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Cima Autour

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Prediligo da sempre luoghi isolati, un po’ incerti, che possono riservare grandi soddisfazioni come grandi ravanate. O, perchè no, entrambe le cose. Itinerari mai scontati, imprevedibili, che non sai mai davvero cosa ti riservano. Adoro altresì lasciarmi trasportare su questi itinerari con persone dalla personalità brillante e originale, in continuo fantasticare al di fuori di schemi comuni.  La Cima Autour, sopra Balme, è in condizioni per pochi giorni all’anno con neve da cima a fondo.

Al mattino, con Cla e Massimo, ritardiamo la partenza di un po’ e ci portiamo sulle tracce della valida Compagnia dei Viaggi del Cammello. Che ahimè incrociamo quasi subito già di ritorno. Hanno i volti stralunati e sconvolti: il föhn non ha permesso rigelo, la neve è disastrosa. So che Ale non sbaglia le valutazioni della neve: questo significa che almeno su parte dell’itinerario non ci sarà da divertirsi.

La cosa m’inquieta, ma saliamo ancora un po’. Così. Le cose non migliorano di lì a poco, quando Cla con impeto esplorativo prende troppo decisa verso i Laghi Verdi, sul lato opposto del vallone. Dopo aver salito più di 100m constatiamo l’errore. Ci separa dal nostro percorso corretto un baratro invalicabile. Massimo decide di cercare un traverso avventuroso in quota, con Cla mi trovo d’accordo a scendere e cercare un guado. Ma sì, giusto per allungare un po’ la gita! Scendendo cado di testa, Cla s’avvede della mia dipartita che, guarda caso, si colloca in prossimità di un bel ponte di legno. Abbiamo trovato la strada! Risaliamo sul lato opposto e reincontriamo il preciso Massimo che ha guadato con una epica ravanata in quota. Bravo!

Superato il tratto iniziale su neve cedevole iniziamo il lungo traverso sotto il Monte Servin, dove, a sorpresa, la qualità della neve migliora! L’ambiente si apre man mano salendo, svelando ampi pendii soleggiati e delicate ondulazioni. Piacevole contrasto con l’inizio burrascoso.

Il pendio finale me lo guardavo sempre nelle foto, lo immaginavo e mi chiedevo com’era scendere giù di lì, com’era la vetta e quale il panorama. Ora ci siamo. Siamo arrivati su questa punta. Poco oltre i 3000m, dopo circa 1700m di dislivello. Giornata tersa e caldissima, forse la più calda mai vista ad aprile in chissà quanti decenni.

In discesa la neve nel primo tratto è ancora molto dura e piacevole, segue poi un manto tenace e sciabilissimo. Da metà traverso neve pacioccona e terribile; ma migliora di nuovo il tratto finale nel boschetto fino a Balme. Dopo la partenza scoraggiante, chi l’avrebbe mai detto?

Cla sostiene che intraprendere queste salite è come vivere quelle favole dove per trovare la felicità devi prima sconfiggere il drago e le tenebre. Solo superando queste prove si arriva al finale consueto. Oggi il drago è stato ostile, ma abbiamo vinto noi.

Il weekend non è finito, stay tuned!

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