La Punta Maria la trovate tra queste pagine solo qualche mese fa, come ottima gita scialpinistica. Il bello di certi luoghi è quando sanno dare ottimi spunti in ottiche diverse e momenti diversi della stagione. Fa piacere quindi ripercorrere gli stessi sentieri con sensazioni differenti e sempre gradevoli, è un modo per conoscere a fondo ed in ogni aspetto ambienti che si amano davvero.
Siamo quindi qui, con Ziano, alla base della cresta nord di P.ta Maria. Non la salgo dal 2005 o giù di lì, allora ero con Kaps e Luciano. Oggi ritroviamo una salita divertente e tranquilla. L’alba poco oltre il Pian della Mussa disegna una mattina nebbiosa, che sa regalare oltre i 2500m un ottimo inizio di giornata, senza una nuvola. Sosta per una buona colazione al Rifugio Gastaldi.
La salita al Col d’Arnas non rivela sorprese, mentre lo sguardo e la mente spaziano tra sogni e prospettive ispirate da queste montagne. All’attacco della cresta – sorpresa! – troviamo già davanti a noi un branco di stambecchi.
La cresta è facile, ma sempre delicata. Soprattutto il tratto verticale oltre il primo intaglio, dove facciamo un tiro di corda. Non per le difficoltà, quanto per la natura friabile della roccia. Basta dare un tocco con la mano che sentire vibrare fino a diversi metri sotto, come se si dovesse staccare tutta una porzione della montagna. Oltre ti restano solo pezzi in mano, ma non ci sono più queste vibrafonie, è tutto un en garde… allez! Non è granito, ma basta fare attenzione e l’ambiente merita davvero. Stiamo parlando di un itinerario alpinisticamente facile, non oltre il PD (II+), con “difficoltà” continue e sostenute.
La salita è tranquilla e ne approfittiamo per scattare anche qualche foto in cresta. Si apprezzano le perdite di spessore e dimensione del Glacier d’Arnes, ormai sparito sotto il Col d’Arnas.
Dalla vetta si riesce ancora a scendere con cautela senza ramponi, a testimonianza di un buon accumulo nevoso invernale e primaverile. Oltre il Col d’Arnas prendiamo il bivio verso il Lago della Rossa. Le nebbie sono ormai salite e preparano la prevista pioggia. Dal Lago attraversiamo al Passo delle Mangioire. Qui saluto gli amici e scendo veloce sotto scrosci d’acqua. La nebbia non mi consente di individuare la risalita che mi permette di ridiscendere al Rifugio Ciriè. Seguo il sentiero fin presso a metà del Pian della Mussa, poi ravano indietro nel tentativo di accorciare la strada, ma mi perdo tra bassa vegetazione. Arrivato sul Piano risulta impossibile guadare la rigogliosa Stura. Risalgo un po’ scocciato fino al ponte del sentiero del Gastaldi.
Una gran giornata che non sembra finire mai è finalmente terminata! Anzi, no, stasera sono di nuovo qui a vedere la presentazione del libro di Gp. E poi… stay tuned, giorni di ferie e improvvisazioni montane!
Raccomando cautela nel percorrere il tratto tra il Col d’Arnas ed il Glacier d’Arnes. Il ghiacciaio ha terminato il ritiro. In circa vent’anni ad occhio sono andati persi oltre 60m di spessore ai lati, almeno un centinaio al centro. Il ritiro è stato più evidente negli ultimi anni. Privo di ghiaccio e permafrost, il pendio del colle stra franando su sé stesso. Blocchi enormi sono in bilico, frane recenti sono ancora del tutto precarie, non assestate. Una frana importante anche lungo la base della cresta nord sembrerebbe sempre causata dal ritiro glaciale unito alla pessima qualità della roccia scoperta.
Giornatona davvero e grazie per essere passato alla presentazione, invece di guadagnare il letto per un meritato riposo!!
Gp aka ventefioca