Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Il föhn

Vetta!
Non solo il mare, anche la neve fa le onde. Föhn sulla vetta del Monte Quinseina il 6 marzo 2010.

Come sapete sono giorni di grande attesa meteorologica in quanto potremmo essere alla vigilia di una delle più portentose ondate di caldo mai registrate, forse al pari di quella record del gennaio 2007.

Ma è un po’ tutto questo mese ad aver visto fin qui un vero e proprio tripudio del föhn, perchè è proprio il föhn ad enfatizzare l’aria calda. Sulle nostre Alpi è stato quasi incessante, giusto qualche pausa anticiclonica ed il passaggio di pochi fronti pertubati.

Approfondiamo dunque un attimo questo tipo di tempo, reso ancor più prevalente dai cambiamenti climatici, quantomeno sulle Alpi Graie.

La spiegazione “tecnica” in realtà si può trovare molto bene su numerose fonti. Allora diciamo solo brevemente che il föhn si origina innanzitutto per la legge di compressione adiabatica dei gas (teoria termodinamica). Salendo sui pendii l’aria si raffredda e quindi umidifica, condensando (è lo stau, lo sbarramento della montagna che accentua le precipitazioni). Parte del calore viene utilizzato per la condensazione, quindi la temperatura scende meno di quanto poi salga quando l’aria scende sul versante opposto della montagna. Infatti scendendo l’aria si riscalda comprimendosi, riducendo l’umidità relativa al di sotto della condensazione.

In  realtà la situazione è assai più complessa, occorre considerare anche altre “complicazioni”, come le inversioni termiche che possono determinare un’accentuazione del fenomeno. Si veda a proposito il numero 31-32 di Nimbus.

Da notare che il föhn non è propriamente un vento, ma un fenomeno che si instaura quando correnti d’aria valicano una montagna. I venti conseguenti possono anche essere di lieve entità.

Föhn e stau sono certamente due facce di una stessa medaglia. Nelle nostre zone lo sbarramento delle montagne (stau) può verificarsi con venti da sud e soprattutto con venti da est, in inverno quando l’Anticiclone Russo-Siberiano si impone sull’est europeo. Ormai molto raro, perchè i cambiamenti climatici sembrano rendere questo anticiclone molto meno frequente di un tempo. Viceversa abbiamo föhn con venti da ovest e da nord, vuoi per lo stazionamento di depressioni nell’area ionica-adriatica, vuoi per lo spostamento di depressioni verso l’est europeo con l’anticiclone che prende vigore sull’Atlantico.

Il föhn è quindi associato ad un vento di origine atlantica o polare, prevalentemente mite anche in origine. Le genti della montagna lo chiamano vento marino, e non a torto. A volte sentiamo parlare in modo contradditorio di föhn freddo, per rimarcare che i venti polari possono essere in origine piuttosto freddi, ma sempre più miti del vento che soffia dal continente asiatico, dove viene meno il riscaldamento oceanico della Corrente del Golfo.

Ma il vento può apparire freddo anche per il proprio chilling, la sensazione che provoca sulla pelle. Il wind-chill non è un fenomeno oggettivo, ma un tentativo di quantificare la sensazione di raffreddamento che provoca il vento sull’organismo. Ci sono diverse formule che calcolano la temperatura percepita, alcune considerano oltre alla temperatura dell’aria solo la velocità del vento, altre più complete anche l’umidità relativa.

E veniamo all’umidità dell’aria, un altro elemento sconvolto dall’effetto föhn. Quando esce il föhn l’aria diventa molto asciutta. Non solo perchè aumentando la temperatura diminuisce l’umidità relativa, ma anche perchè diminuisce l’umidità assoluta. Infatti, grazie alla componente termodinamica, l’aria condensa buona parte della propria umidità in piogge e nuvole sul versante sopravvento oggetto di stau. Ecco perchè vediamo precipitare l’umidità assoluta, che in termini di dew point (punto di rugiada), può raggiungere anche valori sotto i -20°C. Gli effetti dello stau dal versante di föhn li osserviamo con il muro di föhn, una cortina di nuvole scure e fumose (stratocomulo orografico) che si arresta improvvisamente poco oltre lo spartiacque.

Il föhn e la velocità del vento

La differenza delle variabili termodinamiche tra due versanti opposti di una montagna può enfatizzare la differenza di pressione, determinando un’elevata velocità del vento, che può talora superare i 120Km/h anche in pianura.

Il föhn e la psiche

Quando si manifesta, il föhn è sempre improvviso. In pochi minuti la temperatura può salire di una ventina di gradi, il punto di rugiada scendere di altrettanti, il vento soffiare fortissimo. Infine la pressione sale velocemente con l’arrivo del vento. L’aria asciutta accumula anche cariche elettrostatiche molto fastidiose – chiedetelo al vostro gatto, se ne avete uno.

Tali improvvise modifiche delle condizioni ambientali possono causare disagi e stati di meteoropatie, anche a livello di irritabilità ed emicranie. Non mancano romanzi e film gotici dove il nostro vento è promotore di follie e tragedie.

Il föhn e l’ambiente: valanghe e incendi

Ma i rapidi mutamenti impressi dal föhn, altrimenti impossibili nelle normali vicende atmosferiche, causano sconvolgimenti anche nell’ambiente stesso. Le montagne coperte di neve, a causa degli improvvisi sbalzi in umidità e temperatura possono favorire il distacco di enormi valanghe, nondimeno incentivate dagli accumuli causato dal forte vento.

Dove non c’è la neve sono invece il caldo e l’aria secca a favorire incendi anche molto estesi, in genere sulle montagne più basse affacciate alla pianura.

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Non nuvole, ma fumo! Incendio sui rilievi di Val della Torre nel föhn del 1 marzo 2008.

Elementi premonitori

Il föhn è improvviso. Quindi è impossibile accorgersi del suo arrivo, al di là di consultare le previsioni del tempo? A volte sì. Ad esempio, quando c’è la nebbia è ben difficile intuire quello che sta preparandosi alcune decine di metri sopra la cortina nuvolosa. In tal caso possiamo solo osservare una pressione in genere molto bassa, che precede l’arrivo del vento.

Se il cielo è visibile, a volte possiamo dedurre alcuni segnali premonitori. Sulle montagne si nota il muro di föhn, mentre l’aria tende a divenire lucida e nitida. Inoltre, la presenza di vento in quota modella le nubi in forma lenticolare. Sono le nuvole più belle da osservare, dal perfetto contorno curvilineo. A volte la loro forma diviene bizzarra, ricordando animali o altre raffigurazioni che la fantasia ci ispira. Nuvole belle, ma che ci ricordano di stare lontani dalla vette più esposte, dalle creste e dagli itinerari più impegnativi, perchè siamo sicuri che con quelle nuvole il vento in quota è assicurato. Famose sono a tal proposito certe nuvole a forma di pesce sul Monte Bianco…

Il föhn e le stagioni

Il föhn è un fenomeno tipicamente invernale, in particolare dei mesi terminali (febbraio, marzo). In questa stagione abbiamo con maggior frequenza notevoli gradienti di pressione tra i due lati delle Alpi. A gennaio prevalgono (o dovrebbero prevalere) invece gli anticicloni che immobilizzano l’aria.

Alcuni esempi pratici

Chiunque abbia una centralina meteo può divertirsi a misurare gli improvvisi devastanti cambiamenti delle variabili termodinamiche che accompagnano l’arrivo del föhn. Nelle nostre regioni alpine è senza dubbio il fenomeno che causa maggiore scompiglio nell’aria. Riportiamo un esempio dalla nostra solita Stazione Meteo di Cafasse. Interroghiamo il 9 dicembre 2010 – lo potete fare in ogni momento -, ecco il risultato che otteniamo:

Il föhn del 9 dicembre 2010

Notare come in pochi minuti la temperatura passa da 2 a 16°C, l’umidità relativa dal 98% al 12%, il punto di rugiada da +4° a -14°C. Osservare la deriva speculare di temperatura e dew point, temperatura e umidità relativa. Mentre il vento supera gli 80Km/h la pressione sale da circa 1008hPa a 1022hPa. Se diamo un’occhiata alla carta del tempo della stessa giornata

9 dicembre 2010, ore 12. © KNMI

notiamo il forte gradiente di pressione tra l’anticiclone (H) che si estende fino alla Francia e un minimo depressionario (L) in transito verso l’Adriatico, collegato ad un più profondo minimo sui paesi baltici.

Il cielo del föhn

Ma altri esempi li possiamo notare anche senza una specifica misura, tanto sono dirompenti gli effetti del föhn. A volte basta una macchina fotografica. Vediamo qui sotto alcuni paesaggi modellati dal vento di föhn.

Solo un sole è vero
Paesaggio lucido ed un po’ irreale. Il föhn del 7 dicembre 2011 sopra i Tornetti di Viù, al limitare dello stratocumulo orografico.
Nuvole lenticolari
Nuvole lenticolari riprese a Cafasse il 24 marzo 2008 durante una giornata con vento a 80Km/h
Uja di Mondrone
Muro di föhn in Val d’Ala, ripreso dalle pendici della Vaccarezza il 29 dicembre 2009.
Muro di föhn sul gruppo Gura-Martellot
Muro di föhn sul gruppo Gura-Martellot. Anche il estate, sebbene molto meno frequente, il föhn è possibile. 3 agosto 2010.
Un curioso altocumulo lenticolare. Sera del 16 dicembre 2005.
Se entriamo dentro il muro di föhn e guardiamo indietro sul versante sottovento vediamo la “finestra del föhn”: lo stratocumulo visto dal suo interno. Qui fotografato da Vonzo la sera del 19 dicembre 2004.
Il föhn può essere preannunciato da turbolenze nell’atmosfera. Questi particolari rotori sono stati fotografati il 26 giugno 2004 tra il Lago della Rossa ed il Rifugio Gastaldi.

Con questo è terminato il nostro viaggio nel mondo del föhn. Una vita fatta di routine e frenesia porta a volte a trascurare aspetti affascinanti e complessi della natura alla quale dobbiamo tutto, che finiamo per ignorare o considerare un ostacolo, perchè manca il tempo, travolti da insormontabili problemi quotidiani, incapaci persino di guardare il cielo.

E dire che con un po’ di curiosità e osservazione è possibile cogliere dalla natura spettacoli semplici quanto affascinanti, a disposizione di tutti. La stessa stazione meteo di Cafasse è nata proprio per meglio registrare questi piccoli fenomeni. Quando esce il föhn fermiamoci un attimo e lasciamoci attraversare. Assorbiamo un poco i mutamenti che imprime nell’atmosfera, l’aria tersa, la ventilazione calda, le nubi sfumate o lenticolari. Potremo così ascoltare uno dei più sublimi dialoghi della montagna con la propria atmosfera.

9 thoughts on “Il föhn

  1. ..bellssimo Flaco… ma perché non ricordare, soprattutto agli amici che amano le Valli di Lanzo, come viene chiamato nelle valli questo fenomeno?

    🙂

      1. “…Nel frattempo qualcuno cerca una vetta tra la furia del vento. Verso ovest si intravede la testata della Val Grande di Lanzo sommersa dalla goùnfia. E’ l’effetto provocato dal vento di caduta che proviene dalla Francia. Al di là si concentrano le precipitazioni, la né cade nel versante sopravento e invece da noi, in Italia, nel versante sottovento, è la tormenta ad avvolgere le cime….”

        http://camoscibianchi.wordpress.com/2009/07/22/il-senso-delle-nuvole-per-marzia/

        🙂

  2. Chapeau professor Favero! 🙂 Scherzi a parte complimenti Marco, è stata per me una delle più belle lezioni degli ultimi tempi. Scritta bene e ben documentata, e soprattutto da leggere tutta d’un fiato! Ti auguro un buon anno, e chissà che il 2013 non ci riservi quest’incontro face to face 🙂 Dopo 13 anni ne avremmo anche diritto, tu che dici? 🙂 Un abbraccio…lolliano 🙂

    1. grazie;) 13 anni già… wow… sì lo spero mi farebbe molto piacere rivederti, pensa poi se magari ad un nuovo concerto di Lolli 😉 Un abbraccio e sentiti auguri di buon anno!

Commenti

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