Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Piccola Ciamarella

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Dal punto di vista alpinistico estivo la normale alla Ciamarella (3676m) è più semplice della normale alla Piccola Ciamarella (3540m), l’aguzza e limitrofa cima che sovrasta il Ghiacciaio della Ciamarella.

La Piccola Ciamarella ha un breve, ma ripido pendio esposto a sud, ed una crestina rocciosa con un breve passo di arrampicata finale, mentre la Ciamarella presenta una tranquilla salita su detriti e neve fino in vetta. Questo in estate, quando si sale a piedi. Con gli sci le difficoltà si invertono. La Ciamarella presenta un gran ripido lenzuolo di neve dura sospeso su balze rocciose, che mette alla prova lo sciatore (OSA). D’altro canto sulla Piccola  (BSA) bisogna osservare che il breve ripido pendio che adduce al colle è ben raccordato al pianoro glaciale sottostante, ad inizio stagione pure privo di terminale. In caso di buon innevamento poi la cresta finale è agevole, si sale in parte con gli sci e non ci sono roccette finali in quanto per lo più ricoperte di neve.

Questa mattina la salita si può ancora effettuare lungo il Canale delle Capre, che porta direttamente a Pian Gias. Visto da sotto sembra ripido e ostile, in realtà è solo un po’ ghiacciato e tormentato, si sale agevolmente con i ramponi ai piedi e gli sci nello zaino. Questo canale è profondamente incassato, in primavera è colmo di neve, ma sotto passa un tumultuoso torrente. Sono famosi i buchi che si determinano con il disgelo, che possono essere pericolosi. Oggi sono ancora pochi e visibili, ma la situazione è destinata a degradare rapidamente.

La Piccola Ciamarella ha un dislivello di circa 1700m molto diretti, la sciata è quindi molto soddisfacente. La neve oggi è molto gelata, in quanto impregnata delle abbondanti recenti piogge cadute anche a quote elevate, fino intorno ai 3000-3300m. Ne consegue uno spettacolo di rigole, curiose geminazioni che ricamano i vellutati pendii nevosi. Bisogna anche osservare come le piogge, pilotate dallo scirocco, rendano la neve rosa, possibile effetto della contaminazione di sabbia sahariana.

Il ripido pendio che precede il colle va salito con picca e ramponi, è semplice, ma un po’ faticoso perchè si sprofonda. La cresta finale l’abbiamo salita a piedi in tutta tranquillità. Da notare, sulla lato francese, un buon numero di scialpinisti che risale la parete nord. Ed anche qualche nuvola bassa per effetto stau (c’è föhn sul lato meridionale), per il resto la giornata è radiosa con un vento piuttosto fresco, che mantiene la neve in forma. Un giorno o l’altro dalla Piccola Ciamarella bisogna continuare e fare quella doppia sullo strapiombo dove c’è l’Ortelli che fuma la pipa.

Ripaga da ogni fatica la vista da queste vette: limpida, leggera e incantevole, oggi impreziosita dalla neve abbondante ad alta quota. L’Albaron è di un bianco gonfio e paffuto, mentre la Bessanese è affrescata da spettacolari lingue nevose.

La discesa è superlativa, una delle migliori sciate della stagione. Una sciata perfetta e ideale, di quelle senza traversi, trasferimenti, solo lunga e bella fino al Pian della Mussa. Buona anche la sciata finale nel Canalone delle Capre.

Purtroppo, in discesa, a metà del ripido pendio del Colle della Piccola Ciamarella, uno sci mi sprofonda in un buco, con conseguente volo carpiato di testa a sfondare. La lucida superficie del casco offre un ottimo scivolamento sulla neve, con la produzione di un solco tipico dei massi che cadono nei canaloni. Per fortuna dopo pochi metri riesco ad ruotare la posizione, offrendo alla neve gli attrezzi senz’altro più idonei allo scopo. Grazie a Ziano flippangher che ha proposto questa improvvisazione in grado di rompere le mie esitazioni e ad Angelo. Son le ultime con gli sci, torna la fiera dei fenomeni meteorologici, closing time.

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