Ogni tanto penso a quelle magiche montagne, e a qui curiosi monoliti che qualche buontempone ha costruito. Misteri da Kazzenger, insomma, per dirla alla Crozza. Misteri per conoscere sè stessi – e non mi riferisco al libro che un amico iniziò convulsamente a leggere su una cengia in parete quando si fermò di fronte a passaggi che giudicava troppo repulsivi e insuperabili.
Voglio dire che non solo per conoscere la nostra cultura dobbiamo studiarci, perchè è troppo complessa di cose da sapere che ognuno ne conosce solo una piccola parte, mettendo il resto a disposizione per gli altri. Ma anche il passato è così. Lo dobbiamo studiare per comprenderlo e a volte ne perdiamo dei pezzi. E allora restano risposte senza domande. Proprio come nel celeberrimo romanzo di D. Adams, ci siamo persi la domanda fondamentale alla risposta definitiva.
La risposta è quello che abbiamo: orologi da polso che non si sincronizzano con il segnale di riferimento, grattacieli, grattacapi, modelli economici, ammenicoli, regole, società evolute. E la domanda si è persa. Lo slancio per guardare oltre, per conoscere, il senso dell’avventura, la curiosità, la condivisione. E tante altre cose astratte per costruire cose concrete. Forse è la mancanza di domande che porta l’umanità a ridursi nelle poche risposte che conosce, chiudersi in città, stati, xenofobie, razzismi, paure. Chissà se è vero che con una comprensione davvero più completa e complessiva si riuscirebbe a vivere in armonia, senza guerre, violenze, sopraffazioni, poteri forti e deboli, egoismi; ed una vera solidarietà che non sia raccogli cinque punti per salvare un bambino nel mondo.
Oggi c’è scirocco e non avevo di meglio da scrivere, non bisognerebbe mai scrivere con lo scirocco.
mah…