Con un po’ di ottimismo cerchiamo di passare qualche ora tra le falesie della Val Susa prima che arrivi inesorabile la pioggia.
La Cava di Borgone non è affatto male. Un buon gneiss a pochi metri dall’auto offre un richiamo irresistibile. Individuo subito un 5 impossibile da salire (mah), allora mi butto sul vicino spigolo centrale (5/5+). Molto bello, tutto di aderenza con pratici appigli nei buchi della mina… Arrivo alla sosta e mi calo felice della mia ignoranza che… occorre almeno una corda da 60m per fare top rope, e io ne ho solo 50! Con non poca fatica convinco Emi a salire sul terrazzino qualche metro sopra il suolo. Verrò fermamente redarguito per questa leggerezza.
Dimostrato con inequivocabile empirismo che le corde da 50 qui non sono sufficienti, esaminiamo le relazioni della vicina Rocca Penna. Lì per il top rope sono obbligatorie corde da 70m. Di bene in meglio.
Abbandoniamo la scena in direzione di Caprie, dove piove, allora torniamo verso Foresto, dove ricordo una graziosa falesia di purissimo marmo dei gloriosi tempi che rampicavo con Carlo: l’Isola Felice. Facciamo giusto una lunghezza di 4+ che poi inizia a piovere! E allora scendiamo tra le gocce, che non c’è nemmeno bisogno di andare nella cascata dell’orrido per fare la doccia. Però è stata una bella giornata, che resterà scolpita nel marmo!
se becco chi è che porta sfiga…