Un po’ difficile svegliarsi che è ancora buio e nell’umido crepuscolo mattutino di ottobre partire in solitudine verso una nuova meta. Però c’è da sfruttare l’ultima occasione prima che la strada di Malciaussia chiuda per il nuovo inverno!
Purtroppo salendo noto che quest’anno – visti i primi freddi esagerati? – la strada è già chiusa. Allora invento una passeggiata che mi manca da tempo: la Punta Lunella! Sono circa ventiquattro anni che non ci torno, ma, come dice una canzone «i desideri non invecchiano quasi mai con l’età».
Così, per una volta salgo verso il Colle delle Lance e la Pala Rusà senza neve. Negli ultimi anni, dopo la chiusura degli impianti, questo luogo è diventato un itinerario classico dello scialpinismo invernale, polveroso e mordi&fuggi. Di quelli che a mezzogiorno sei già a casa e porti ancora a spasso il cane.
Non fa freddo nella limpida mattina a Benot, solo la brezza di monte è un po’ fastidiosa. I primi raggi di sole illuminano già la Punta Lunella. Io invece il sole lo trovo solo presso il Colle delle Lance, perchè siamo in pieno nord.
Quest’anno abbiamo dovuto aspettare un po’, ma finalmente l’estate è arrivata. Si sta bene tutto il giorno in maniche corte! Supero la Pala Rusà e dopo una breve discesa continuo lungo la cresta est della Lunella. Prevalentemente erbosa, con appena qualche roccetta semplice qua e là, volendo aggirabile sul pendio meridionale. Un solo salto roccioso poco prima della vetta si aggira pochi metri verso sud, per poi tornare immediatamente a est.
Fa caldo, ma i colori sono già autunnali, e l’aria è quella calma e silenziosa di ottobre. Ottobre è il mese più colorato dell’anno e nella limpida atmosfera ogni dettaglio assume un sapore particolare. Le coperture nuvolose a bassa quota tipiche di questo mese non ci sono, ma alcune nuvole risalgono i fianchi della Val Susa, spingendosi fino in cima con un fastidioso vento. Per questo non mi fermo molto su questo fantastico belvedere, dove il panorama è fantastico. Il Delfinato pare a due passi. Il Monviso gioca in controsole con alcuni batuffoli nuvolosi. Il Monte Rosa abbaglia la vista con i suoi ghiacciai, il Gran Paradiso e tutto il gruppo sono lì vicini sull’orizzonte nord. Tanto sole e tanto silenzioso piacere invitano ad un riposo contemplativo.
Perchè non provare un giro ad anello? Scendo lungo il versante nord, dove la traccia pare scabrosa, ma ben segnalata. Inizialmente avevo scartato questa soluzione, intimorito da verglas e freddo. Ma fa così caldo che non ha gelato nemmeno a queste quote, nonostante la notte serena.
La discesa avviene in un terreno esposto, su rocce rotte. La traccia sarebbe impossibile da seguire se non ci fosse un segnavia eccellente. Si supera anche un giacimento d’amianto fibroso. Una breve gradinata pare indicare che questo itinerario non sia un’invenzione recente. Anche alcune incisioni presenti su pareti molto esposte indicano frequentazioni di secoli fa. Ricordano quelle del Vallone del Ru, anche là su terreno infido che non lascerebbe immaginare altro che stambecchi e aquile.
E rieccoci al sole, dove continuo la discesa sull’ora ampio ed erboso costolone nord della montagna. Fino ad arrivare finalmente al laghetto degli impianti dove, individuata una buona pietra, mi addormento al sole. Che bello il sole di ottobre! Che bella una giornata come questa!
Le tue descrizioni sono delle pennellate Marco! Tanto è vero che con le foto splendide che vedi dopo rafforzi quello che hai già letto, dandogli una bella rappresentazione! Continua così! 🙂
Grazie Nico, grazie davvero!