Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Barmasse: non così lontano

Sembra che le esperienze sulle Alpi stiano correndo su strade divergenti. Da una parte un mondo fatto di media, propaganda, critica che riflette sul turismo (in)sostenibile, sugli alpinisti che arrivano dappertutto grazie all’utilizzo indiscriminato di mezzi di protezione e progressione, inclusi elicotteri e impianti di risalita. Questo mondo, secondo molti, pregiudicherebbe l’esperienza primordiale dell’avventura in montagna, perchè in montagna non si trova più luogo non contaminato da questa cultura.

Per fortuna, da un’altra parte, scopriamo che non è del tutto vero. Che, semmai, a volte mancano i veri alpinisti, peraltro indifferenti al mondo di cui sopra. Alpinisti che potremmo definire d’autore. Come Hervè Barmasse: arriva dalla tradizione secolare di una famiglia di alpinisti e in “Non così lontano” (il film si trova in questi giorni in edicola) ci svela come l’alpinismo in qualche modo classico sulle Alpi sia ancora possibile. Ci sono ancora vie nuove da esplorare e luoghi in cui vivere avventure degne di Mummery, per dire. Il gioco sta nel riuscire a vederle, immaginarle e realizzarle.

Così lo vediamo salire su una nuova via ai pilastri del Bianco in una estate dal sapore invernale. Sulla Est del Rosa lo troviamo alla prese con una parete di fragile misto che ricorda le epopee sull’Eiger. Per finire al Picco Muzio sul Cervino, una parete dentro una già immensa parete sgretolante, da solo nel rigore dell’inverno e degli elementi, con nessuna certezza di riuscire.

Anche il film è in qualche modo d’autore. Filmato in modo quasi rudimentale, senza supporti ed una troupe particolari, riesce nell’intento di mostrare una montagna bella così com’è, senza artefazioni adrenaliniche per creare effetti sorprendenti.

Non penso sia quello che succederà alle vie di Barmasse, ma quello che mi piace della storia dell’alpinismo sulle Alpi è come grandi vie d’avventura possano poi diventare col passare del tempo “salite per signorine” (per dirla alla Mummery che già aveva capito tutto), addomesticate, percorse da orde di alpinisti della domenica (certo pure il sottoscritto, anche se su difficoltà molto moderate). Mentre il più grande alpinista sarà già altrove, con lo sguardo verso nuovi sogni, perchè l’unica essenza priva di limiti che ci infonde la montagna sta proprio nel dar linfa alla più intima ed inarrestabile fantasia umana.

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