Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Mait d’Amunt

Canalino Est e Cresta Nord

In questo inverno mite e siccitoso è stato un privilegio insolito e apprezzato poter salire alcuni canali nevosi che raramente sono in condizioni. E che raramente possono essere percorsi con assoluta tranquillità come quando non nevica da mesi.

Poi ci ha messo lo zampino una mia amica, che con grande scelta sul tempo mi ha regalato il libro sull’Alpinismo nelle valli pinerolesi. Una guida piena zeppa di canali da salire, la gran parte dei quali su difficoltà classiche.

Non sempre le cose sono andate bene. Talora ci sono state goffe rinunce nella neve sprofondosa a causa la mia intolleranza ingiustificata nei confronti delle racchette da neve. Ma ci sono state anche belle soddisfazioni, su itinerari del tutto isolati, dove non incontri nessuno se non qualche ungulato di passaggio.

Tra questi canali ricordo qui il canalino est al Mait d’Amunt, salito con Ivano il 27 febbraio. Il libro sopra citato ha l’unico difetto della sintesi estrema. Così quando leggiamo che si sale all’Alpe Crosenna imboccando “il sentiero sulla destra”, non abbiamo dubbi quando lo troviamo seguendo una equivocabile indicazione segnaletica al termine della strada. Qui sta il secondo inghippo perchè quelle indicazioni sono completamente sbagliate e ci conducono al Col Content, in un’altra valle.

Il terzo errore è quello di non aver seguito una carta con un GPS, un’abitudine che sarebbe ancora più importante delle racchette. Ma tant’è: è bello a volte perdersi, vagare, indovinare a naso dove si va. Anche se a volte si paga il dazio di fare 1900m di dislivello invece di 1460.

La salita al Content è comunque davvero apprezzabile perchè avviene su una antica carrozzabile. Oggi è in parte scomparsa, ma i resti testimoniano l’immensa fatica, nondimeno l’abilità con cui è stata costruita in un ambiente ostile e selvaggio.

Il canale è bellissimo, dopo la faticosa conoide affrontiamo il tratto più difficile, un salto verticale di pochi metri su ghiaccio durissimo, un vero rompicapo per le mie picche e la mia incapacità. Ci sarà un secondo risalto, all’apparenza simile, ma assai più morbido. Il canale nella parte alta è bellissimo, stretto e incassato. Alcuni stambecchi ci osservano curiosi mentre saliamo verso l’uscita.

Decidiamo di uscire sulla sinistra, all’apparenza è su neve assai ripida (60°) e agevole. Invece si rivela zuccherosa. Una fatica terribile per salire pochi metri, a nuoto nello zucchero.

Resta da salite la cresta. Ci affrettiamo perchè è uscito un freddo vento da est. In cima non ci rilassiamo più di tanto: il vento resta insopportabile. Così lentamente cominciamo la discesa, mentre nuvole rotondette cominciano a risucchiare i fianchi della montagna.

Questo itinerario è stato salito per la prima volta da Ruffino e Giovo nel 2019! A loro vanno i nostri complimenti per l’aver scovato questo itinerario. Una dimostrazione che su certe montagne un po’ periferiche della Val Pellice ci sono ancora gioielli nascosti da scoprire, anche su difficoltà non estreme.

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