L’incredibile luce ricorderò dell’isola La Palma. Limpida, polarizzata più del normale. E poi la cenere, complice la recente eruzione. Cenere fine e nera, che si deposita ovunque, tale da danneggiare gli apparecchi fotografici.
E ancora quel clima strano, con la calima che colpisce in quota più che al mare, la nebbia delle inversioni termiche, la foresta equatoriale, i deserti di lava. Lucertole e farfalle.
Il primo giorno è dedicato al Cubo de la Galga, un breve percorso ad anello in quelle che più assomigliano a delle foreste equatoriali sull’isola di La Palma. Piove pure, quindi l’immedesimazione è ottimale. Molto interessanti la flora e la fauna, tra cui gli allori, il primo contatto con la lucertola indigena, le farfalle. Sentieri nell’ombra delle felci, orridi e alberi altissimi.
Il giorno successivo siamo sul Trekking della Cresteria, dal Pico la Cruz al Roche de Los Muchachos, la cima più alta dell’isola. L’ambiente vulcanico è molto interessante e permettere di osservare antiche colate. Tuttavia le strade giungono ovunque quindi la frequentazione turistica di massa è elevatissima. Di conseguenza i percorsi sono talora quasi recintati ed il trekking ne risente.
Un aspetto degno di nota è anche rappresentato dagli osservatori astronomici, assai numerosi. La zona pare avere dei cieli particolarmente limpidi, con un ottimo seeing. È qui ad esempio che questa primavera è stata fotografata la coda di Mercurio. Spiccano i telescopi Magic, composti da enormi specchi che catturano raggi gamma e raggi cosmici.
La giornata si chiude con due passi nei pressi di Barlovento.
Il nuovo giorno si apre a Fuencaliente. Dal Faro si sale al Vulcano di Sant’Antonio, per poi tornare con un percorso ad anello (forse vietato: moltissimi cammini sono vietati su questa isola e tali divieti mutano con grande rapidità). Salendo merita un passaggio presso la Roques de Teneguia, il cui accesso alla cima è vietato.
Al Vulcano di Sant’Antonio si arriva anche in auto. Nei pressi della sommità si trova un assai interessante museo geologico. Si può accedere anche al cratere sommitale, ma la sua circumnavigazione è vietata.
Una divertente discesa su cenere ci riporta a Fuencaliente, dove si può visitare la salina o fare una nuotata nelle onde dell’oceano.
Sono giorni di calima e la Ruta de los Volcanes è quasi tutta chiusa per pericolo di incendi. Rimediamo con la salita al Bejenado da Pino de la Virgen. Nonostante la calima il sentiero è stato appena riaperto. Lo sviluppo è lungo e interessante. Con scarsa inclinazione si arriva a La Cumbrecita (dove passa la strada) su un bel sentiero immerso nella foresta. Qua e là costeggia la base di alcuni barranchi (precipizi rocciosi) e frequenti sono le soste ai “mirador” sulla grande Caldera de Taburiente. Oltre la Cumbrecita il caldo è davvero atroce, ci vorrebbero cinque litri di acqua per sopravvivere. Arriviamo in cima al Bejenado storditi da un sole spietato. Giornata davvero impegnativa per l’aridità. Per fortuna in cima c’è qualche conifera. Bella però la vista sul mare e sulle recenti bocche eruttive.
Discesa trascinata fino a La Cumbrecita, dove gli autisti tornano a valle in autostop per recuperare le auto.
Un nuovo giorno ci porta nei pressi di Santo Domingo per tranquille camminate e spiagge recondite, celate da scogliere a picco sul mare.
Il giorno successivo viene aperto un bel tratto di sentiero sulla Rota de los Volcanes che dal Rifugio Pilar porta a Los Canarios. Sono oltre 17Km di sentieri molto panoramici e davvero suggestivi, tra caldere, coni, mari di lava. Questo tratto è davvero imperdibile. Oltretutto il terreno è completamente coperto da una cenere nera e finissima, frutto della recente eruzione. Rilevante è il passaggio sul Volcan Hoyo Negro. La luce è straordinaria, il contrasto della polvere nera con il verde delle conifere non pare reale, ma frutto di qualche filtro cinematografico. Si tratta della giornata più affascinante, ma distruttiva per gli apparecchi fotografici.
Terminiamo questo viaggio a Tenerife, per salire il Teide. L’accesso a questo vulcano è vietato, occorre comprare un permesso anni prima per poterlo salire. Tuttavia pare esistere un tacito accordo che consente a chi si sobbarca la salita notturna di arrivare lo stesso in cima. È sufficiente salire di notte, arrivare in cima per l’alba e poi scendere a 3500m prima che aprano le funivie e chiudano i cancelli dei controlli.
La salita notturna è piacevole, infastidita solo dal vento qui sempre presente. Oltre al tappeto di stelle ci accompagnano alcuni indaffarati opilioni dediti alla vita notturna. Siamo un gruppo numeroso e saliamo molto piano, ma non è un problema perchè Anna Maria ha portato un binocolo per guardare le stelle!
In cima l’aurora è più bella dell’alba. E quando il sole nasce, subito proietta una formidabile ombra alle spalle della montagna. Foto di rito e congratulazioni sulla cima che salita in questo modo ha il suo fascino, credetemi.
In discesa mi attardo con Lorenzo verso il Pico Viejo, molto interessante per i contrasti cromatici, la vista sul Teide e la grande Caldera de las Canadas. L’arrivo finale a Los Roques de Gracia non è meno affascinante e rende davvero piena la giornata.
L’ultimo giorno viene dedicato a spiagge (Playa de Castro, molto carina e la più turistica di S. Andres) con una visita finale al fresco borgo di La Laguna.
Come a volte accade, se da un lato ci sono stati alcuni imprevisti nondimeno fatico ad assimilare tutto quanto invece è stato visitato: che non è poco.
Ecco così terminato un viaggio rilassante e affascinante, con compagni di viaggio straordinari che ho imparato ad apprezzare e che non dimenticherò. Adoro i camminatori della montagna che amano il viaggio! Alcuni sentieri chiusi a La Palma hanno un po’ limitato l’azione, che forse può essere più fluida nei mesi autunnali, quando si evita anche la calima. Nel suo insieme però la visita è stata meritevole, gradevole ed ha permesso di apprezzare il meglio della natura di queste isole.
Viaggio effettuato dal 19 al 29 agosto tramite l’agenzia Avventure nel Mondo.