Non può mancare in un’estate improvvisata in montagna un assaggio abusato di Dolomiti. Posso annoverare due simpatiche giornate di escursioni ferrate.
La prima è il giro del Sasso Piatto con partenza e ritorno al Passo Sella. Dalla Forcella del Sassolungo si scende al Rifugio Venezia, si sale una facile ferrata alla vetta del Sasso Piatto (2964m), si scende al Rifugio Sasso Piatto sul lato opposto e da qui con una lunga pianeggiante camminata tra stelle alpine e marmotte si torna al Passo Sella. Simpatici i gracchi di vetta.
La via ferrata del Passo Piatto si è rivelata in sè poco significativa. Decidiamo così di spostarci verso le Tofane, e fare la ferrata di Punta Anna. L’idea è quella di unire la P.ta Anna con le Tofane (ferrata Olivieri). Ma mio fratello arrivato alla prima vetta è già abbondantemente stofanato, così ritorniamo tramite un cengia d’uscita ad un divertente ghiaione dolomitico per il quale con una bella corsa si scende al punto di partenza: il Rifugio Dibona.
Ad una prima impressione, basata su questa limitata esperienza, posso notare su queste montagne degli esempi di estremismi turistici, tipici forse di questi periodi di eccessi: da una parte uno sfruttamento brutale, che vuole portare le persone con ferrate e funivie un po’ ovunque. Dall’altra un rigurgito di alpinismo eroico e obsoleto, che vuole vie di arrampicata sprotette, pericolose e di difficile individuazione.
Sono stati tre giorni per una buona introduzione alle Dolomiti, con tempo clemente e un buon ricordo a base di marmotte, stelle alpine, sinuose forme della Tofana di Mezzo, guglie dalle forme bizzarre, il bianco candore della dolomia, cengie mediane! Spero un giorno di poter salire altre cime: il Pelmo, la Civetta, le Tofane. In particolare il primo, che sembra rappresentare una vetta lunga da salire, non troppo difficile, ma senza ferrate nè funivie. Una eccezione meritevole di una visita futura.
 Pini e vette |
 Gruppo Sassolungo |
 Salita al Sasso Piatto |
 Oltre il Rifugio Vicenza |
 La ferrata, tra canaloni… |
 …traversi… |
 …diagonali… |
 …muretti. |
 Sassolungo |
 Gracchio |
 Sasso Piatto |
 Panorama dal Sasso Piatto. |
 Intermezzo: Lago San Pellegrino. |
 Tofane |
 Salendo a P.ta Anna. |
 Punta Anna. |
 Le quattro torri. |
 Guglie curiose. |
 La ferrata di P.ta Anna si svolge tra cengie… |
 …paretoni… |
 …e traversi mozzafiato! |
 La struttura sinuosa e articolata della Tofana di Mezzo. |
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Bravo cuginetto hai fatto delle bellissime foto…complimenti! Un consiglio la prox volta non portarti più dietro il “vuloiru” ….è solo un peso…morto!
ciao marco,
non sono d’accordo sul fatto che in dolomiti si faccia dell’alpinismo ‘eroico’ . Di certo è un’arrampicata generalmente alpinistica, su cui occorre sapersi proteggere bene, sistemare i chiodi, cercare la via, attrezzare le soste ecc… è così, l’alpinismo è un fatto di cultura, e là si usa fare così. Poi in barba a tutte le solite polemiche spit si-spit no le vie classiche più frequentate hanno soste e calate su anelloni cementati da molti anni. Ci vogliono posti così, per capire la giusta dimensione delle cose…per capire che fare il 6a in falesia con i fix a 3metri è ben lontano dal salire una via sesto superiore in dolomiti.
a presto
claus_
in merito allo “stofanato” proporrei un corso di orientamento, cosi la prossima volta puo’ rientrare anche da solo senza il rischio di ritrovarlo qualche giorno dopo sotto l’ala della civetta!
Ciao Claus,
in riferimento al tuo commento sono sostanzialmente d’accordo con la definizione che riporti dell’alpinismo. Mi riserverò ulteriori commenti quando avrò un’idea più chiara e diretta della situazione. Grazie per l’intervento, come sempre.
A presto