Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Corno Stella

Concatenamento vie Rabdomante e De Cessole

Corno Stella
Il Corno Stella salendo al Rifugio Bozano appare così.

Ero lì, nel mio candido lettino, quando uno squillo porta una voce che dice: “Sono Gianfranco e ti ho svegliato!”. Così ispirato cerchiamo un modo per salire agevolmente l’intera parete S del Corno Stella, quella montagna tanto rinomata nella storia alpinistica delle Marittime, particolarmente amata anche dal noto Patrick Berhault (recentemente gli è stata dedicata una via che risale tutta la curiosa vena di quarzo che incide l’intera parete). La nostra soluzione è via Rabdomante più via De Cessole (630m di sviluppo, 5 max).

Il Corno Stella. Con quelle pareti così slanciate, quella vena di quarzo che sale diagonale e quell’incredibile plateau sommitale rappresenta una di quelle realizzazioni che la geometrica perfezione atomica della natura modella nel caos con una audace visione artistica.

Arriviamo al Rifugio Bozano alla sera, la salita è una bellissima passeggiata in un ambiente selvaggio, ma rilassante – questo dev’essere un ottimo posto anche per trekking ed escursioni.

La Rabdomante dovrebbe essere una via moderna, ben protetta, ma sui tiri di 3 non ci sono spit, quindi occorre conoscere bene lo sviluppo per non perder tempo a cercare. Il tiro chiave di 5 è semplice e ben interpretabile. Nel sesto tiro, 4+, gli spit sono sovente nascosti in piccole anse o pieghe della parete, inoltre l’ho percorso con il sole negli occhi. L’ho trovato un tiro di grande impegno (il maggiore della giornata), difficile da interpretare e semplice per perdersi con conseguenze drammatiche su placche improteggibili.

La De Cessole dovrebbe essere una via classica, ma ci sono per fortuna le soste spittate e alcuni, pochissimi, spit che oltre ad offrire sollievo indicano qua e là la via prima che intervengano apprensivi dubbi di interpretazione. Molto difficile la prima lunghezza di III+. Bello il traverso, un facile III+, due tiri concatenabili con corde da 60m, ma poi occorre prendere la prima delle due soste, quella prima dello strapiombetto. Meglio forse proseguire oltre (destra) lo strapiombetto rispettando le lunghezze?  Pochi metri e si trova un’altra sosta, ma ci si mette più tempo. Il mauvais pas (IV+) è estremamente chiodato e divertente, si supera tranquillamente, ma vengono i brividi pensando agli apritori di inizio ‘900. L’ultima lunghezza dopo il canale è tutta da inventare. Io seguo un paio di spit che dalla sommità del canale volgono leggermente a sinistra su buona roccia (III+?, corda che tira un po’) un po’ invasa da alghe. Forse occorre  invece andare a destra, su infide cenge tra verticali rocce rotte coperte di terriccio e detriti. Si esce comunque ad una cinquantina di metri o poco meno dalla croce.

Note tecnico-geologiche. Roccia bellissima, salda e aderente ovunque. Uno dei migliori gneiss che si possa incontrare, di quelli che prediligo.

Note tecnico-logistiche. La giornata in parete si è concentrata dall’alba al tramonto, quando terminiamo l’ultima doppia sulla normale del terrazzone. Doppie dalla Campia (prime due da 25m per evitare incastri) su spit fatti a mano e catene arrugginite. Dopo aver cercato per un’ora non abbiamo trovato la fissa che portava alle semplici e lineari doppie di calata moderne, non esistono indicazioni per trovarle facilmente. Dopo l’ultima doppia che arriva presso un crestone detritico, risalirlo sulla sommità, discenderlo sul filo per una decina di metri su davvero facili roccette ed individuare un’ultima catena arrugginita che porta nel canale (destra faccia a monte) al sentierino del terrazzone della De Cessole. Seguendo il sentierino si arriva addosso ad una visibile bella doppia di 50m che porta alla base.

Note etiche. Su questa via progresso e rispetto della natura classica della via sembrano trovare un compromesso. Le soste sono spittate e qua e là, in genere nei passi chiave, ci sono alcuni spit. Tali spit non pregiudicano assolutamente la natura della scalata, ma sono un regalo piacevole, ed indicano a volte la via. Un esempio che sarebbe da condividere.
Ancora un’osservazione: continuo a constatare divergenze tra la scala UIAA e quella francese. Si dice che la scala UIAA dovrebbe dare indicazioni complessive d’ambienza sulla lunghezza, quindi offrire gradi un po’ più “alti” rispetto alla francese in cui vige solo la valutazione tecnica. Invece riscontro sempre il contrario.

Note “spirituali”. Per me la montagna è soprattutto un mix di tranquillità, concentrazione, divertimento. Quando abbiamo terminato la Rabdomante, valutando la nostra velocità, sarei tornato indietro. Onore a GFB che ha insistito per terminare la parete, scovando poi successivamente tutte le doppie necessarie. Lo stesso gestore ci ha confermato che attaccando verso le 8h-8h30′ si può terminare per il tramonto. Così è stato, e sono in molti a fare così. Anche se qualche stato d’ansia nel dover stare nei tempi e nel discendere una parete sconosciuta si ingenera inevitabilmente. È un ambiente severo, incontaminato, tutto da scoprire e dove un banale contrattempo può esser determinante. Col senno di poi partirei un’ora prima, che era l’intenzione iniziale poi persa non so come. Da notare che sul plateau sommitale ci sono molti muretti erti a riparo per bivacchi di fortuna. Forse qualche ritardatario. Ma mi piace pensare a qualche tendista estremo che vuol passare una notte di stelle sul Corno Stella.

Nota di merito. Il Rifugio Bozano è veramente accogliente, i gestori sono persone gentili e disponibili. Posto molto consigliato.

Una nota di particolare merito anche per l’ottima crostata prodotta dalla consorte di GFB!!

Salendo al Rifugio Bozano
Salendo al Bozano.
Camoscio
un bel camoscio.
Rifugio Bozano
Rifugio Bozano
Stambecchi del Rifugio Bozano
Giovani stambecchi presso il Rifugio.
Tramonto dal Rifugio Bozano
Tramonto dal Rifugio Bozano
Rifugio Bozano
L'interno del Rifugio Bozano.
Corno Stella
GFB sale la Rabdomante.
Corno Stella
Uscita su L6 di Rabdomante.
Corno Stella
Lo spettacolare traverso della De Cessole. Punto di non ritorno.
Corno Stella
Uscita dalla lunghezza mauvais della De Cessole.
Corno Stella
...non che la lunghezza successiva sia facile...!
Corno Stella
Plateau sommitale che conforma in modo unico e incredibile questa montagna.
Tramonto sul Corno Stella
Eccoci tornati alla base!

5 thoughts on “Corno Stella

  1. attento che le tue affermazioni sugli spit della via possono essere prese come una provocazione, da parte degli old Trad new trad, over trad, super trad!!!

  2. ciaooo
    sto spiando le tue imprese dalle montagne indiane..complimenti qualche anno fa quando ero in forma ho fatto anche io la de cessole…
    ci sentiam
    buonissime gite
    a presto cla

    1. Sorpresa! Grazie! Tu sì che ne avrai di cose da raccontare!
      Mi sa che hai anche un’anima alpinistica non del tutto sopita;) …ma tu SEI in forma! 🙂 A presto

Commenti

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