Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

L’Italia dei valori tecnici

Rompo gli indugi, non posso tacere oltre, dopo averci a lungo meditato vi comunico la mia candidatura alle prossime elezioni politiche (se ci saranno).

Penso che sia venuto il momento di contribuire attivamente alla vita del Paese, non basta lamentarsi, bisogna anche fare. Il nostro partito sarà l’Italia dei valori tecnici. Un partito apartitico, privo di qualsivoglia fronzoli idealistici o filosofici, per puntare diritto a quello che davvero serve in questi tempi di crisi: azioni chiare, far quadrare i conti e controllare i bilanci.

Veniamo da una situazione fallimentare, ereditata da decenni di idee ferneticanti e prive di ogni buonsenso reale.  Abbiamo creduto ad idee che ponevano l’uomo al centro dell’esistenza, allo stato sociale forte, dispensatore di pensioni, servizi, ammortizzatori sociali,  a tutela del lavoro e baluardo contro le sperequazioni. Poi abbiamo creduto, ingenuamente, che tutto girasse attorno alla produzione, al PIL, all’economia. Oggi, finalmente, sappiamo che è la finanza il motore dell’esistenza, e che solo la fiducia nelle borse e nei mercati ci può salvare.

Sappiate che non ci faremo più ingannare dagli errori del passato, non ci faremo intimidire dai no-global, no-tav, indignados di ogni tipo e nazione. Sapendo di venire saldamente in contro alle esigenze del bene comune, ecco il Nostro (ma soprattutto Vostro) programma in alcuni sintetici punti.

Stato sociale e pensioni. Semplicemente, scordiamoceli. Sono un retaggio storico di tempi bui, non si può più credere in questo genere di sussistenza. Le tasse non vanno pagate per queste illusioni di stampo illuministico, ma semplicemente per sussistere noi lo Stato stesso. Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese. La spesa pubblica va tenuta sotto controllo eliminando inutili eccessi: sanità e istruzione possono essere privatizzate. Favorendo istituzioni di sani principi e dall’etica indiscutibile, ad esempio di ispirazione religiosa.

Lavoro. Anche in questo campo basta con ogni retaggio filo-comunista sulla tutela del lavoro, dell’occupazione; basta con lo statuto dei lavoratori e di tutti quei diritti che non fanno che ingessare il mercato del lavoro rendendolo immobile di fronte ad una crisi che immobile non è. Flessibilità è la parola d’ordine. Basta con i contratti collettivi, basta con ferie e permessi. Le festività vanno abolite, ne possiamo mantenere qualcuna di ispirazione religiosa, l’unico movente ideale che val la pena di sancire in una società fondata sulla Famiglia e sull’origine cristiana della civiltà. Nessun limite agli orari di lavoro e licenziamenti più facili. La concertazione può esser mantenuta giusto per compiacere i sindacati più riottosi e sancirne la loro disfatta di fronte alle masse disilluse. Le 35 ore (al giorno) restano un obiettivo di primaria importanza.

Opere pubbliche. Va bene chiudere gli ospedali, ma il Paese deve crescere e per farlo ogni membro dello Stesso deve poter viaggiare come ci si attende dalla crescita dell’economia nel lungo periodo. Opere come la TAV vanno realizzate, perchè le merci hanno altrettanto o più diritto delle persone di viaggiare comodamente e rapidamente. Ma anche per favorire quel sistema creditizio di banche e imprese che sono il vero motore di un mercato sano e competitivo (vedi punto successivo).

Finanza. Sappiamo bene che i titoli pubblici vengono emessi per pagare gli interessi degli stessi. Questo sistema, è noto, non può essere cambiato. Bisogna fare dei sacrifici per mantenerlo, tenere duro e dare fiducia ai mercati, evitando che possano decretare il fallimento dello Stato. Ci poniamo a tutela di questo sistema. E sappiamo che a pagare devono essere in primis quei risparmiatori che ogni giorno faticano di arrivare a fine mese. Sono loro che comperano in buona parte il debito dello Stato e ammortizzano le speculazioni di banche  e multinazionali nell’immenso teatro della globalizzazione. Ne devono essere orgogliosi.

Ambiente. È il fulcro della nostra esistenza. Va valorizzato estraendone il massimo rendimento. La natura ci offre tante forme di energia che aspettano solo di essere sfruttate in modo intensivo e produttivo. Non facciamoci spaventare dai catasftrofisti e climatologi dissidenti di ogni ora, più volte smentiti dai fatti. L’uomo deve poter disporre dell’ambiente in cui vive a proprio piacimento, senza compromessi.

Ricordatevi infine che questo Paese esiste grazie a Voi, gentili eletttrici, gentili elettori, che negli anni hanno mantenuto un sistema garante di un tessuto produttivo capitanato non solo da Berlusconi, ma anche altri insigli esponenti del mondo imprenditoriale – basti citare alcuni nomi a caso, come De Benedetti, Colaninno, ma lo stesso Geronzi -, che hanno saputo fare dei miracoli in campo economico in tempi molto duri.

Gentile elettrice, gentile elettore, sappiamo quanto credi in questi valori: valori tecnici, fondanti la società che vivi ogni giorno, della quale vai orgoglioso. Per questo ti chiediamo difficili sacrifici per mantenere questo stato di cose. Chiediamo la tua fiducia, che è poi quella della tua famiglia, dei tuoi figli, per continuare a perpetuare il mondo che ben conosci, l’unico in cui confidi.

L’Italia dei Valori Tecnici

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