Il sole, vivo ed acceso, è quello delle intense e brevi giornate d’inverno. Anche l’aria, e la tranquillità son della stagione fredda. Le ombre con una eterna precisione geometrica racchiudono ormai l’ampio e sonnolento fondovalle. Solo la temperatura non è ancora quella dell’inverno, e la neve manca.
Qui, al sole, mi trovo di nuovo a San Bernè, sotto il monte Gran Bernardè.
Ma, dall’inizio: parto da Vonzo salendo a caso verso la Vassola, pensando di far due passi verso l’altopiano del Veilet. Nella solitudine più totale, nel confine tra le ombre ed il sole del vallone incontro un fotografo, di quelli veri, con un bel gioellino da medio formato, d’altri tempi. Io, invece, sono sfasato: oggi ho solo una compattina da compagnia. Finiamo subito per parlar di scatti, pose, soggetti. Ma anche delle vicine montagne, di scialpinismo e della voglia di bianco, giusto un po’ di neve decorativa, se proprio quella abbondante quest’anno non vuol saperne. E si sale verso San Bernè.
Da solo proseguo quindi verso un piacevole ometto bipede. Lo raggiungo sul limitare della neve che scioglie come nelle migliori primavere. Da sotto la balma dell’ometto resto assorto alle luci di uno stillicidio. Ora vado verso ovest, fino ad un altro omettone panoramico. All’improvviso si alza un forte vento di maestrale. A volte vado controvento, ma certi venti vanno seguiti nel loro andare.
Me ne torno così verso est, tra pascoli, pini e bassa vegetazione che aspetta la neve. Le ultime luci della sera ravvivano per un attimo i colori delle foglie secche dei faggi, come in un quadro, od un fantastico mondo disegnato. Poi tutto si spegne in un calmo imbrunire che mi riaccompagna verso il basso, non importa quale sarà il sentiero.
Anche se non si mettono commenti, le visite a questo blog sono quasi quotidiiane…..
Saluti
Rok 64
Ecco dove avevo visto la foto della “Tour Eiffel!!!
Ciao Flaco, e grazie per la compagnia nel giro di ieri.
Paolo
Grazie a te. E’ stato un autentico piacere.