Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Punta Maria


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L’alba al Pian della Mussa, in primavera con la neve, è uno spettacolo unico. Il rosso arancio incendia la neve e le pareti rocciose con tonalità pittoresche.

Sci ai piedi risaliamo i valloncelli che portano al recondito canalone d’Arnas (volendo si può salire anche dal Canale delle Capre, ma con il rischio di scomparire per sempre dentro qualche buco). Racchiuso in un ambiente severo e sottoposto a violente valanghe e scariche dalle pareti rocciose che lo delimitano, questo vallone si trova sovente in cattive condizioni. Non quest’anno, che è liscio come la seta.

Ciò non toglie che io (ma non solo io) mi accoltelli immediatamente solo alla vista di cotanto sviluppo. In realtà solo gli ultimi metri mi incutono brevi tormenti esistenziali.

Superato il canalone si apre improvviso il gran pianoro del Crot dei Ciaussinè. Un acquitrino glaciale pianeggiante dominato dalla Bessanese. Da qui in avanti i coltelli non servono più. Si sale agevolmente fino al Col d’Arnas (3010m).

La giornata è delle migliori, solo il vento è fastidioso, ma consente anche alla neve di non diventare troppo polentona.

Si scende una trentina di metri sulle rocce, per poi toccare il glacier d’Arnes (Francia), da risalire fino alla vetta, a circa 3350m. Il nostro totale isolamento viene ora interrotto da alcuni scialpinisti che procedono dal lato francese. Il ghiacciaio è ancora in parte polveroso, il vento fa fumare le creste.

Stiamo poco in vetta, troppo vento, gran cornici sul lato italiano. Lo spettacolo è fantastico, un tocco di commozione in più al già bellissimo sviluppo di questa gita, su ambienti variegati, mai monotoni.

Scendiamo, chi con racchette (Paolo), chi con la testa (io), chi con gli sci. Bella la neve del ghiacciaio, ma ancora di più quella oltre il colle. E poi un bel taglio sotto le Rocce Pareis per finire al Gastaldi.

Una breve sosta al riparo dal vento sempre più forte, poi giù verso il canalone d’Arnas. Questa discesa è la ciliegina sulla… neve. Una gran sciata su neve trasformata e divertente.

Che cosa aggiungere? Probabilmente la gita migliore dell’anno. Meravigliosa nel suo complesso: di sciata e ambienti attraversati in una gran giornata di limpido sole. Ero ormai privo di obiettivi scialpinistici. Poi Clà mi ha proposto questa meta cui tenevo da anni: ne valeva la pena.

Ringrazio per la compagnia Angelo, Clà&Gigi, Guido, Paolo.

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