Poco ad est del castello sommitale del Monte Civrari, in Val di Viù, ampie e poco inclinate distese culminano in una cima tondeggiante detta Sourela. Il dislivello dal Colle di San Giovanni dove si lascia l’auto è minimo, meno di 700m, in compenso l’ambiente è bello ed offre una breve e divertente sciata.
Oggi questi pendii sono risaliti da centinaia di persone, ma non dispiace ogni tanto frequentare montagne ricoperte di gente accomunata da questo curioso piacere per la montagna. Insomma qui oltre alla sourela ci sono il frel, il barba, la madona… Arrivati in cima discendiamo qualche centinaio di metri verso nord in una polvere leggera leggera, poi ripelliamo ancora in cima prima di tornare a valle.
L’immagine che mi piace ricordare di oggi è di un gruppetto in racchette che discende nella fresca neve polverosa. Li incrociamo salendo. Il loro entusiasmo è evidente, comprensibile e diventa una piacevole sensazione comune, contagiosa. Lo nota e lo osserva istantaneamente anche la mia amica, che mi precede. Penso che questo spontaneo piacere per la montagna sia qualcosa di prezioso.
Ah ma oggi doveva uscire il föhn! È uscito, ma un po’ più tardi nel pomeriggio. E oggi, finalmente, abbiamo rivisto il sole!
Grazie a Clà e Massimo. Grazie Clà per aver condiviso l’improvvisazione. Bella anche la parte finale della discesa in pappa!
Su punta sourela troppi anni fa mi scassai un ginocchio. Sceia valle stringendo i denti anche perchè al sera non potevo perdere la grandiosa raclette degli amici caini. Il lunedì, invece, riuscii a perdere senza troppi problemi la voglia di andare a tutti i costi al lavoro con un ginocchio a forma di anguria. Da allora mi è sempre stata indigesta – la sourela, non l’anguria
Ma dai, proprio su quei tranquilli pendii… che vedo oggi la prima volta, non ero nemmeno mai stato qui!
Quest’anno finora hai perso un po’ di polvere, la neve è sempre instabile e obbliga a stare pensierosi
…alle prossime allora! 🙂
continua pure a dire che è bella la neve papposa. E insisti anche. mah!!!
chi si contenta gode