Mi alzo stanco e tardi alla mattina, ma il sole invita a muoversi. Verso le 11h parto in direzione Val Grande di Lanzo. Strada facendo mi torna in mente il Gran Bernardè, penso che andrò in quella direzione.
Vista l’ora tarda l’intenzione non è di andare in cima, giusto due passi fino alla Daia, il primo alpeggio sopra le balze rocciose, da Pianardi. Poi si vedrà. Non presto attenzione all’aver lasciato a casa la fida reflex. Tanto in questo periodo di settembre non succede mai niente da esser fotografato.
La salita verso la Daia la inizio verso mezzogiorno. È un vero fastidio. Tra rigagnoli, fango e rocce scivolose. Sotto le pareti che sostengono gli ampi alpeggi superiori esce un po’ di sole. Un’aquila reale appare rapida e silenziosa sparisce oltre l’orizzonte. Altri animaletti incrocio durante la salita: un bellissimo scoiattolo rosso attraversa i noccioleti piegati ad arco sul sentiero che sto percorrendo, mentre sulle pareti lavora il solito picchio muratore.
Sui pascoli superiori una mandria sta lentamente apprestandosi al tramut. Alcune campanule barbute splendono incuranti dell’estate ormai finita. Decido di salire ancora perchè ho notato che sopra le nubi basse vedo filtrare il sole. Arrivo all’enorme ometto, buon punto panoramico… sulle nebbie. Un ometto che poi in realtà è una sorta di pilone votivo, ora vuoto, un tempo dedito a chissà quale culto, probabilmente precristiano? Tutti questi ometti ogni volta mi lasciano interrogativo, mi sento come l’uomo di fronte al monolito.
Decido di salire ancora nonostante la presenza di succosi mirtilli, fino alle antiche prese d’acqua …perchè ho lasciato l’acqua a casa e ho sete. Superato il macereto riprendo a salire, che ora in fondo la cima è solo qualche centinaio di metri più in su e così mi lascio le nubi basse alle spalle. Invento la strada tra lastre montonate e cenge. L’aria vibra improvvisa, riecco l’aquila reale, questa volta vicina. Un rapido passaggio, veloce e silenzioso. Finalmente poco sotto la vetta trovo anche un bel sole, mite! Un piccolo falco color cenere fugge veloce, forse un gheppio.
E così in cima resto solo io, perchè il camoscio solitario sorpreso nelle vicinanze si allontana saltando sulle pietraie. Lo scirocco che finora ha rinvigorito le nuvole basse ora in quota è già stato sostituito dal maestrale. Le nubi sono disorientate, nei canaloni provano ancora a salire, ma per lo più si rassegnano al loro destino di essere spettinate e poi spazzate dal föhn. Il top delle nubi sotto di me riluce di un bianco intenso e accecante nei raggi del sole già inclinati dalla sera che incalza. Vedo i colli della Terra e i laghetti del Seone nel sole nitido dell’autunno, vedo la nuova neve sul Gran Paradiso, vedo e sento quell’aria dei momenti abbandonati alla contemplazione di questi scenari.
Scendo tra pietraie, poi pendii ripidi, valloni ricoperti da rocce montonate. Alcuni galli forcelli volano comparendo improvvisi dai cespugli. Sotto il grande ometto ritorno nella nebbia. Di fronte a me sale compatta sui pendii, di fianco a me invece filtra il sole ormai in pieno ovest e già basso sull’orizzonte. La mia ombra viene proiettata nel muro di nebbia e improvvisamente sull’ombra della mia testa compare un cerchio con i colori dell’arcobaleno. Pochi secondi, incredibili, poi la nebbia si dissolve. È il famoso spettro di Broken, di cui ho molto sentito parlare. Alcune foto in rete rappresentano davvero bene quello che ho visto, ma a me è la prima volta che accade. Ripenso al fenomeno e mi rendo conto che occorrono condizioni molto particolari ed effimere. E questa volta le ho trovate.
Finisce così una giornata davvero interessante, in questo periodo che – l’avrete capito – non succede davvero mai niente che meriti di essere fotografato…
“I monti” erano pieni di quel lucido scirocco che trasforma una realtà abusata e la rende irreale…ammetto che non ti leggevo da alcuni mesi, così come altri…ma caro Marco, post come questi in cui sembra di starci dentro ti fanno rimpiangere di aver tralasciato l’attività bloggistica da così tanto tempo! Prima o poi ci conosceremo di persona? 15 anni cominciano a essere un po’ troppi 🙂 Un abbraccio lolliano 🙂
Ciao Nico!!! Che splendida sorpresa, ti ringrazio davvero tanto! Grazie per le tue bellissime parole. Qui il tempo passa davvero veloce, accidenti! Ricordo if(m)g, i concerti… il gucciverbone… e Lolli al folkclub! Sì, aspetto fiducioso la Grande Occasione per rivedersi, ci conto!
🙂
Bei tocchi di magia e di scrittura, e poi lo spettro di Broken dà il la finale al tutto! A quando una camminata assieme, non più per scaffali di ipermercati ma sui monti?
Gp, ti ringrazio!
Non posso che sottoscrivere: meglio i monti! 😉 Quando? Proporrei… per quel giretto a Malciaussia prima di metà ottobre sennò poi chiude la strada. Magari se non questo weekend quello dopo? Così…la butto lì, una volta la troviamo
altro che spettri montani…erano gfb e jcr che ti facevano gli scherzi (comunque sempre di spettri si tratta!)
Un cerchio di luce sopra la testa?! È l’aureola. Santo in pectore