Se un giorno ho iniziato parlandovi di Bellavarda, un giorno finirò parlandovi di Bellavarda, questa montagna dall’ampia visuale, sempre interessante e sempre diversa in relazione alle varie condizioni meteorologiche.
Di oggi posso recriminare di non avere la reflex, ma oggi l’intenzione è un’arrampicata.
Ma come si fa a rampicare, quando sai che poco sopra le pareti di Lities avvolte dalla nebbia ottobrina c’è un bel sole caldo?
E allora meglio camminare. Camminare nel grigio, superare la nebbia e lasciarsi meravigliare dalla luce del sole. Dove tutto è immobile, anche l’aria, ed il silenzio è rotto solo dal vociare dei corvi imperiali infastiditi dall’aquila, o da un camoscio improvviso che fugge sui ripidi pendii. E poi c’è solo l’erba, scivolosa, calda, luminosa, che confonde gli steli nel blu del cielo.
E poi grazie a Emi per aver gradito e osato una giornata così, tra le improvvisazioni migliori.
Sarà meraviglioso raggiungere la vetta : osservare ai propri piedi una distesa immensa di nuvole, avere la sensazione di dominare ed insieme immergersi nell’immensita’ e toccare il cielo.
Questo è ciò che immagino guardando le foto. È così?
Sempre affascinate la Bellavarda!
Per Marco la Bellavarda è un po’ come la Saint Victoire per Paul Cézanne che la dipinse 87 volte, però prima che Marco la salga altrettante volte ci vorrà del tempo.