Normalmente la Testa del Grand Etret (3201m) in pieno inverno non è un itinerario scialpinistico consigliabile. Per due motivi.
Il primo lo ricordo bene fin da subito: il pericolo valanghe nella parte bassa, molto chiusa, del vallone. Ma oggi questo pericolo si può straordinariamente ritenere scarso.
Il secondo me lo ricordo solo salendo, quando constato il gran freddo che ricopre il vallone, oasi di terribili inversioni termiche determinate da un sole che non sorge mai. In particolare il bacino glaciale risulta assai gelido, con un’enfasi in più dovuta alla brezza di monte. Nei pressi del colle la situazione migliora un poco, e sullo spartiacque un bel sole ci aspetta assieme al panorama straordinario.
La discesa del ghiacciaio è ancora abbastanza divertente nonostante la neve sia irrimediabilmente rovinata dai numerosissimi passaggi dei giorni scorsi. L’ultima parte nel vallone è piuttosto delicata: la neve è scarsa ed occorre destreggiarsi tra interminabili gobbe di cammello.
Una giornata dai toni blu, per il cielo straordinariamente sereno e per i riflessi della neve nell’ombra perenne del vallone. Le sciate nei valloni sono sempre affascinanti, il percorso non è mai lineare, tutto da scoprire e immaginare. Anche quando, come in questo caso, appare poi troppo tormentato. L’atmosfera calma del parco, la presenza di cime innevate al sole che contrastano con l’ombra nel paese di Pont completano un quadro la cui intima essenza resta nel ricordo delle brevi e raccolte giornate prenatalizie.
Le migliori sempre con Angelo! A volte un po’ faticose, ma di grande soddisfazione!