Certe gite con gli sci non vanno fatte per arrivare su qualche vetta, nemmeno per il piacere della sciata. Certe gite va a finire che esistano solo per andare a vedere luoghi e panorami con occhi nuovi, per cogliere nuove sfumature e circostanze che la neve sa plasmare sull’ambiente. Come in un quadro in continuo mutamento, sempre affascinante e sorprendente.
Così è oggi la salita verso il Corno Bianco, in una mattina dalle fattezze invernali, con una neve fresca fuori luogo a queste quote, che finirà presto inghiottita dalla primavera. Ma che intanto c’è, effimera e straordinaria nel giocare con le luci e i colori della stagione avanzata. È così, in questi momenti un po’ speciali ed anomali, che ci si sente davvero in un mondo da fiaba, anche se topograficamente il luogo è il solito scontato che sai, …ma chi lo sa davvero poi.
La cima non l’abbiamo raggiunta. I venti centimetri di neve ormai calda cadono dal pendio finale in ripetute valanghette poco piacevoli; un modo delicato, ma persuasivo della montagna per dire che oggi non è giornata per salire lì. E stattene sotto. Oggi è giornata per altro, per guardare i ricami della neve, la limpidezza del panorama ed un riverbero avvolgente mai stato così bianco.
Grazie a Morellander e Ziano, che hanno preferito per una buona parte di oggi questa neve alle solite braciole di pasquetta. Un salutone al nutrito gruppo della gita sociale e grazie anche a chi al primo mattino ha battuto la traccia verso la Pra Longis.
Bellissimo.
Foto che fanno sognare….e anche tanta invidia.