Stiamo parlando del Col Loson che si trova a 2860m di quota al culmine dell’affascinante val Saulera, un vallone che si diparte dal Pian della Mussa.
Questa meta è preferibile sciisticamente all’adiacente ed incassato Passo delle Mangioire, offrendo un percorso più logico e remunerativo.
L’itinerario è frequentato in primavera, quando la strada del Pian della Mussa è aperta. In inverno, oltre che attendere neve buona e sicura, ci si trova anche in condizioni di non vedere quasi mai il sole. Si viene però ripagati dalla possibilità di visitare un vallone sinuoso, estremamente silenzioso, dove la natura sembra vivere in una dimensione estremamente lontana dalla pur vicina presenza “domestica” del Piano.
In questo recondito vallone, dove il silenzio glaciale si impone insieme alle ombre perenni, siamo dei timorosi estranei di passaggio. Eppure una vita frenetica si nasconde tra i dossi di questo selvaggio ambiente. Una vita rivelata solo dalla candida neve polverosa, che racconta storie ai pochi che si fermano a leggere, prima che il tempo cancelli ogni traccia. L’impronta delle lepre seguita da quella della volpe. Lo scoiattolo che salta di larice in larice. Gli ungulati che nella neve profonda tracciano piste ardue e pericolose.
Le possibilità di salita e discesa prevedono varianti nella parte bassa, oltre il Piano. Noi siamo saliti al Colletto posto a sud del Tovetto, per poi discendere nel vallone dove questo ha un accesso meno inclinato. Al ritorno abbiamo preferito scendere più a est per non ripellare, ma occorre affrontare un ripido pendio (richiede neve molto sicura, come oggi) che conduce direttamente alle grange del Bricco.
Il dislivello complessivo è di circa 1450m e può variare un poco in funzione delle varianti che si decidono di percorrere. Soprattutto in inverno non esiste un itinerario preferenziale e dipende un po’ dalle interpretazioni del momento. Ma più che il dislivello qui è lo sviluppo ad essere preponderante, soprattutto se bisogna battere traccia.
Ma stare in questo vallone e scendere sulla neve polverosa ripaga ampiamente ogni fatica.
Oggi continua la serie no-vetta con un bel Colle al culmine di un vallone immenso e splendido. Un’esperienza un po’ avventurosa tipica di questi luoghi delle Valli di Lanzo. Grazie a Morellander per questa altra gita indimenticabile. Non seguite le nostre tracce, correvo sempre dietro alla lepre variabile!