Vettenuvole

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Mongioie

Chiara sul traverso sospeso

La diretta Biancardi al Mongioie è una delle vie glaciali più interessanti delle Alpi Liguri. Così in questo inverno che non è mai stato inverno eccoci qua.

La cima del Monte Mongioie nasce in un ampio circolo di calcare. Questo terreno carsico, dove giochi di erosione creano spettacolari pinnacoli e cupi canali, rivela un fascino del tutto particolare e merita assolutamente una visita.

Passiamo la sera all’invernale del Rifugio Mongioie, dove per fortuna non fa affatto freddo e si può persino… mangiare all’aperto. L’ambiente è solitario e confortevole, il clima mite non ricorda l’inverno.

Al mattino, alle luci delle frontali, ci avviamo verso il Pian dell’Olio e quindi alla Bocchetta d’Aseo, dove si mettono i ramponi e – con il senno di poi converrebbe – tutto il resto.

Seguiamo una simpatica coppia di genovesi dentro il canale, da subito molto incassato e spettacolare. Terminata la prima parte molto profonda e lineare del canale si affronta un ampio camino. Un faticosissimo passo su roccia adduce ad un traverso sospeso, cui segue un ampio pendio.

Sulla via si incontrano chiodi e fix, ma in alcuni casi sono troppo alti sulla parete per essere utili. Probabilmente c’è poca neve. Infatti i tiri successivi al traverso prevederebbero una simpatica piccozzata su pendii nevosi, ma dopo un paio di lunghezze non restano che delicatissimi detriti chiazzati di poca neve zuccherosa e inconsistente. Per di più il tutto diventa poco proteggibile.

Anche nel canale finale,  nella sezione in cui ci sono i massi incastrati, non si trova più neve e tocca di nuovo far stridere ramponi e picche sulla viva roccia. È l’unica nota un po’ negativa della giornata: poca neve per una via che sarebbe molto più divertente con una abbondante copertura della coltre bianca.

L’uscita per trovare il sole prevede ancora un ripidissimo muretto di neve che supera a mio avviso i 50° di listino.

Arrivati in cresta si apre un panorama sterminato. Le consuete Alpi del Gran Paradiso e del Rosa da qui appaiono ben distinte, ma lontanissime. A sud, oltre una piatta foschia appaiono i rilievi corsi. Con un po’ di confusione riusciamo anche a capire dove si trova la nostra vicinissima cima.

Discendiamo nel tiepido sole la via normale, completando uno dei più bei giri in montagna delle Alpi Liguri. È ormai pomeriggio e lontano raminghi camosci trascinano stancamente la propria ombra su altre montagne.

Grazie alla valorosa Chiara per l’ottima compagnia su questa montagna cercata da anni… ed anche per avermi tirato l’ostico tiro del masso incastrato!

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