Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Punta Fiorio

Idee per l’oasi di ferragosto

Dal punto di vista del terreno salire sulla Punta Fiorio è una pessima idea.

Non sono tanto gli oltre 1900m a disincentivarne una visita, quanto la pressoché totale assenza di sentieri. Non solo. Il terreno è sovente malagevole, formato da pietraie e terreno smosso, faticoso. Se aveste ancora dei dubbi, oltre il Col des Clocherots inizia una pericolosa arrampicata su terriccio verticale, blocchi staccati e franosi, labili cenge coperte da pietre instabili. Non troverete certo la Luna se venite qui, come invece la famosa immagine di Mauro Borbey vorrebbe farvi intendere.

Però, se nei giorni di ferragosto siete in cerca di spazi isolati, selvaggi e grandiosi panorami allora dovete venire qui. Vi addentrerete nel cuore della notte nel folto lariceto che attraversa lungamente verso l’Alpe Brison, dove scoprirete i colori dell’alba accendersi sulla Grivola. Poi salirete un vallone isolato e coperto di pietre, dove mai alpeggi, nè sentieri o altra traccia umana è presente. Nuovi inaspettati panorami si apriranno alla vista verso il Col de Berrio, prima di voltare il passo verso il Clocherots. Infine, sulla cima, sarà il grandioso panorama a farvi dimenticare per un po’ la fatica spesa. Spettacolare la visione del Gran Combin e del Velan. Più a est appaiono le sagome del Dent d’Herens e del Cervino. Monte Rosa e Monte Bianco completano un quadro di montagne sterminate.

Gran parte del percorso avviene in un vallone assai arido, completamente privo d’acqua. Qui la neve scioglie precocemente anche in estati molto umide e fredde come questa. La sete viene compensata dal sole che arriva assai tardi, consentendo la salita fino al Col des Clocherots in una totale ombra.

Le difficoltà tecniche sono limitate, la parte più difficile è situata in un diedro posto poco prima dell’intaglio della vetta. Probabilmente evitabile salendo più a sinistra e poi per cresta, possibilità che non abbiamo esplorato.

Non abbiamo trovato il chiodo sulla placca di IV dell’ultimo breve tiro, improteggibile, ma si sale assai bene un poco in basso a sinistra per una comoda fessura verticale.

Neve non ce n’è più come detto, in compenso l’alta umidità di questa estate rende i pascoli verdissimi, ricchi di fiori e vegetazione ovunque, con i sempervivum più giganti che abbia mai visto. L’inusuale estate fredda e nevosa sulle Alpi prosegue così. Se non abbiamo voglia di rimanere sepolti nell’abbondante neve dei 4000, possiamo sfidare un freddo più tollerabile su montagne alte un migliaio di metri in meno. Così la Luna della Punta Fiorio sarà di stimolo a nuovi desideri e tempi migliori.

Grazie a Luciano per queste strane idee dal fascino nascosto.

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