Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Traversata della Cresta di Mezzenile

Continua la scelta delle gite di ferragosto lontano dalle folle. La Guida dei Monti d’Italia identifica come Cresta di Mezzenile il tratto roccioso che dal Colle nord della Gura conduce alla Punta di Mezzenile, a seguire alla Punta Groscavallo, tozza montagna nel bel mezzo del Gruppo Gura-Martellot ed al Dent d’Ecot.

L’ho messa anche nella locandina di questo sito, mi pare una cosa non provare a visitarla.

Si tratta di montagne selvagge e dirupate. Belle da visitare, magari una volta e non di più a causa del terreno davvero instabile che le contraddistingue. L’AD- con cui viene valutata questa attraversata è un’informazione del tutto irrilevante. Occorrerebbe una scala detriforme, che informa sulla solidità del terreno. Perchè è in tale aspetto che queste montagne si difendono davvero alla grande.

Per semplificare l’approccio partiamo da l’Ecot di buon mattino, in modo da risolvere tutto in giornata. Ma oggi è già un problema arrivare al Colle della Gura, oltre la terminale il pendio di ghiaccio vivo impone cautela, mentre il tratto finale di terriccio assai ripido è davvero malagevole.

La salita alla Punta di Mezzenile avviene in un diedro di 30m assai verticale. Valutata AD, è il III più difficile e faticoso che abbia mai salito, paragonabile a tanti IV almeno, secondo me. La roccia però è fantastica. Quindi dal punto di vista della nostra immaginaria scala detriforme, questo non è il tratto più difficile, anzi…

La cima offre una splendida visuale sulla Maurienne e la Val Grande di Lanzo. Molto spettacolare la visione del vicino Campanile di Mezzenile, un pilastro di roccia davvero impressionante.

Una doppia nel vuoto ci deposita sulla Cresta di Mezzenile. La prima parte è agevole, per lunghi tratti camminabile e su roccia discretamente buona. Nei pressi della Punta di Groscavallo la situazione si complica. Gli aggiramenti diventano più difficili, mentre alcuni torrioni scalabili presentano a seguire doppie impossibili da attrezzare senza chiodi. Viceversa, gli aggiramenti sono sempre facilmente attrezzabili con cordoni attorno a generosi blocchi.

La salita alla Groscavallo non è facile come dice la relazione, nel senso che occorre prestare davvero tanta attenzione alla roccia instabile. La discesa sulla Sella di Groscavallo è malagevole, su roccia instabile. La salita al Dent d’Ecot presenta prima belle placche e poi un muro finale di pessime rocce.

La discesa del Dent d’Ecot è una delle insensatezze più pericolose che abbia mai visto. Occorre attraversare un canale di terriccio tra la cresta ESE e la cresta N. Solo ad avvicinarsi cadono frane di rilevanti dimensioni. Con una doppia occorre bonificare un po’ la situazione, per riuscire a passare con l’aiuto dell’ottimismo e risalire la cresta N. Da qui si saliscende per un po’ e con una sosta già presente si guadagna la Sella del Mulinet.

La Guida dice che dal Colle della Gura alla Sella del Mulinet occorrono circa 2h. Ne abbiamo messe più di 5. Alcuni tratti sembrano richiedere un po’ di fortuna per sopravvivere, a volte sembra di arrampicare su castelli di carta.

Dalla Sella del Mulinet ci tocca scendere sul ghiacciaio omonimo percorrendo un lungo canale sfasciumoso. La Guida dice di scendere a fianco del canale con facile disarrampicata, che valutiamo subito troppo difficile. D’altra parte il canale è davvero terrificante, tra roccette e detriti assai inclinati. Dopo un po’, a patto di sopravvivere, il canale presenta una comoda copertura nevosa a circa 45°. Bene, le cose si mettono finalmente meglio? No.  Sul finire una bella terminale impedisce il raggiungimento dell’agognato pianoro glaciale. La Guida dice di attrezzare una doppia. Già. Le rocce sono tutte lisce, poco spuntonabili, ne troviamo una assai precaria.

Ci va bene: ha tenuto.

Siamo sul disperato Glacier du Mulinet, in forte ritiro. Puntiamo verso la sponda destra, dove sulla morena laterale troviamo una piacevole traccia segnata da ometti che la percorre tutta sul suo culmine, fino al fondovalle. Un ormai inatteso piacevole agio, quello di camminare su terreno stabile. Arriviamo a Trieves che manca poco al tramonto.

Grazie a Luciano per la grande capacità e destrezza, incrollabile, anche su queste montagne crollabili.

 

Commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.