Tornando dalle scorribande estive dalla Valle del Rodano, prima di arrivare al Sempione, già da poco oltre Briga è visibile una montagna imponente e slanciata. Nonostante la scarsa altezza, non disdegna di fronte le vicine cime più alte d’Europa.
Il Rebbio, sì, è una bella montagna. Una volta scoperto che si sale con gli sci è bastato attendere qualche valoroso amico con la voglia di farsi il dislivello.
L’inizio è ombroso, su una gelida stradina, cui segue un ostile sentiero che taglia un pendio molto ripido, da coltelli o da salire a piedi come ho fatto io. Dal rifugio in su cambia tutto. Si aprono vasti e dolci pendii che la montagna sembra allevare nel grembo del sul suo ampio fianco occidentale. Un gran divertimento per gli sci.
Quando si guadagna la cresta è ora di fare un’altra oretta a piedi. Una cresta non difficile, ma non banale, da percorrere con delicatezza soprattutto adesso che la poca neve sporca le roccette. L’ultimo tratto più verticale, a pochi metri dalla vetta, è in fin dei conti meno delicato del resto.
La vetta è comoda e panoramica. Un panorama davvero grandioso e indimenticabile, dal Weisshorn alle Grigne. L’Alpe Veglia da una parte, la Valle del Rodano dall’altra. Ma a reclamare ogni attenzione è lo stiloso Bietschhorn. A vederlo non stupisce che sia stato eletto patrimonio dell’umanità dell’Unesco per la sua bellezza.
La giornata è tipica di questo inverno. Calda e molto bella, questa volta senza vento. La neve è scarsa, l’ultima fresca copertura ha creato una coltre un po’ faticosa, ma sciabile. In cresta invece la neve umida e calda ha creato festoni e calabrosa, rendendo la montagna un po’ patagonica.
Abbiamo fatto tardi, ma merita in un ambiente così.
Grazie a Gianni e Giovanni per l’ospitalità nella sua casamobile.