Vettenuvole

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Lenzspitze

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I grandi classiconi da trovare in buona condizione rappresentano le scommesse più difficili quando si sceglie una meta. Così abbiamo pensato che sarebbe stato il periodo giusto per la traversata Lenzspitze-Nadelhorn.

La Lenzspitze è una vetta della catena del Mischabel. Senza croci, senza una vera via normale, senza una via facile di discesa (di fatto la maggior parte della gente la sale solo) è una meta affascinante soprattutto per la slanciata parete NE. Una parete che prende sole dall’alba al tramonto, pur avendo una esposizione favorevole all’accumulo di neve.

La via di discesa prevede la salita al Nadelhorn, tramite una cresta rocciosa esposta a sud. Il disegno è bellissimo, l’ambiente dei Mischabel superlativo, non occorre sottolinearlo, andate a vedere, è proprio così. Così come è vario il fascino della salita, dai colori dell’aurora, le luci calde dell’alba sullo scivolo della parete e poi lo stagliarsi della salda roccia sul torrione del Nadelhorn.

La scommessa è quella di trovare la parete in neve, la cresta senza neve ed una tiepida giornata per arrampicare senza guanti. Indispensabile anche evitare troppi affollamenti per le cadute di ghiaccio. Noi siamo riusciti a trovare la parete con una sezione ghiacciata (un centinaio di metri forse, ma tant’è), la cresta zuppa di neve da dover tenere sempre i ramponi e una fredda giornata da rampicare con i guanti sempre. Però la cresta non è così difficile, anzi, è più che altro solo delicata e faticosa. Perchè la traversata è davvero lunga.

Infine, per completare  il quadro, l’affollamento era da record. Comprensibile, i posti belli piacciono a tutti. Sulla parete è stata inevitabile una “sassaiola” di ghiaccio. Caschi a pezzi, chi scivola rischiando la morte e poi le lunghe attese per la coda in cresta. Tempismo non proprio ottimale, insomma, eppure la giornata è stata meteorologicamente perfetta (vento freddo a parte). Consiglio di dare più importanza alla parte in neve: se si trova ghiaccio un congruo numero di viti ed una lenta progressione a tiri può essere assai rassicurante anche ad inizio stagione. La cresta con un po’ di neve si sale agevolmente anche tutta con i ramponi ai piedi, sicuramente è comunque meglio evitare i periodi immediatamente seguenti una nevicata.

Ero stato nei pressi del Nadelhorn dopo aver fatto una decina d’anni fa la Nadelgrat. La discesa era una quasi banale cresta nevosa. Oggi ci sono ripide sezioni rocciose da disarrampicare, qualcuno ha preferito una doppia. Il ritiro glaciale procede spedito e inesorabile.

Lasciamo una nota anche per la Mischabelhütte, rifugio raggiungibile in circa 4h da Saas Fee su un sentiero assai ripido, con una sezione attrezzata. Qui gli sviluppi sono minimi. Dal paese pare di tracciare una retta per arrivare in cima alla Lenzspitze. Il locale è gestito bene, la cena è abbondante (non scontato a volte in Svizzera), i prezzi sono quelli record in vigore in questa nazione (circa 88€ la mezza pensione). Da guardare bene le condizioni meteo e della montagna prima di partire.

Ma che dire, ne vale la pena. I paesaggi che si attraversano e la varietà della salita giustificano un viaggio così.

Grazie ai valorosi Sabrina, Ivano, Luciano alla cui amicizia sono debitore.

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