Grand Seru

Punta Mattirolo

L’autunno è arrivato tutto d’un tratto, come uno schiaffo improvviso per usare una espressione gucciniana. Certo, in grave ritardo. E così in un istante torna la prima aria frizzante, mentre la luce radente ci ricorda una stagione che avanza e che i verdi larici ancora si rifiutano di contemplare.

Come sempre in Valle Stretta finiamo per ravanare finendo sul lato sbagliato del Petit Seru. Ma torniamo sul lato giusto seguendo un sentierino balcone che pare fatto apposta per i distratti. La sostanza è che occorre seguire il sentiero principale, che va sulla sinistra dell’avancorpo della nostra montagna. Qui c’è una relazione, attenzione che occorre proseguire decisi verso il Thabor, dopo un ultimo ponte di legno il sentiero comincia a salire e qui occorre traversare verso destra, abbandonandolo. Gli ometti sono molto pochi e la traccia è poco evidente, a tratti assente. Però il terreno è agevole.

Arrivati al colletto che precede la parete si segue un canalino nascosto a sinistra, poi si continua con garbata esposizione verso il pendio che conduce alla cima. Direi che le difficoltà non superano l’F, il tratto più difficile è nel canalino iniziale con un brevissimo passo di I, I+.

La Valle Stretta in autunno è davvero molto bella e limpida. Il panorama sul Delfinato merita davvero, così come il colpo d’occhio sul Monte Bianco.

Non c’è nessuno in giro, eppure in basso la folla ai rifugi dei Magi è impressionante. Sul Thabor appare la prima neve, una spolverata che la fredda giornata non riesce a sciogliere, resta lì. Noi invece indugiamo poco sulla nostra cima, il freddo ci riporta in basso, seguendo i colori dell’autunno e la calma di una piacevole e rilassante giornata.

Ora non resta che aspettare l’inverno per desiderare una nuova estate.

Devo ringraziare Luciano e Gianni che sanno con maestria scovare questi luoghi da intenditori.