Per chi non ama i viaggi in città, una puntatina ai paesi dell’Andalusia è un ottimo modo per vedere architetture interessanti (che non siano le solite chiese) immerse in paesaggi del tutto singolari. La dominazione islamica ha infatti lasciato il segno ed ancora oggi è possibile ammirare capolavori tipici assai rari in Europa.
Con qualche giorno da passare in questi luoghi, uno e mezzo lo si può dedicare a Siviglia. Dal quartiere di La Macarena ci si può inoltrare nell’Alameda de Hercules (gran vita notturna) e poi via verso il centro, non prima di aver fatto una visita a Triana. Se la Cattedrale e la Giralda appaiono un po’ troppo affollate, l’immensa Alcazar offre sguardi unici sull’architettura araba ed i tradizionali giardini. Merita anche una visita, magari serale, al Parasol, una struttura lignea recente e assai curiosa, volta ad offrire riparo dal sole su una grande piazza. Non pensate di salirci sopra, il biglietto ha un prezzo del tutto fuori luogo. Immancabile una passeggiata a Piazza di Spagna.
A Siviglia mangiano tutto il giorno. Si svegliano tardi, cominciano la colazione, a mezzogiorno iniziano le tapas che vanno avanti fino alle 20:30. Poi si alzano dai locali delle tapas e fanno cena. Funzionano così. In Anadalusia poi quasi tutti i locali sono all’aperto, cosa che in tardo autunno può essere climaticamente fastidioso. A Granada ci è successo di entrare in un locale e chiedere una tapas, ma erano solo le 13 e dovevano ancora finire di servire le colazioni.
Ma andiamo con ordine. Una volta terminata la visita di Siviglia un treno veloce (viaggiano fino a 250Kmh) ci porta a Cordova. Un giorno è sufficiente per visitare le strette e particolari viuzze, il quartiere ebreo (la juderia), il ponte romano. Quest’ultimo rappresenta senz’altro la costruzione più appariscente.
Ma ad essere imperdibile è la Mezquita-Catedral. Una imponente moschea dopo la reconquista è stata inglobata in una cattedrale. Si sa come va con le religioni, si devono sempre abbattere bellezze uniche per riaffermare il proprio culto e cancellare l’altro. Ma qui è stato fatto qualcosa di davvero singolare, perchè parte della vecchia moschea è stata mantenuta e “riusata” per costruirci sopra una cattedrale. Il re Carlo V ebbe modo di dire «complimenti, avete abbattuto una cosa che si vedeva solo qui per farne una che si vede già ovunque». Parte della grande moschea è ancora apprezzabile e merita una visita. Allo stesso tempo appare ovviamente assai curiosa la mescolanza dei generi architettonici.
A Granada fa freddo quando scendiamo dal treno, la prima neve appare sulle montagne. Mica come qua che passiamo l’inverno ormai con neve che va e viene anche a 3000m. Merita una visita a piedi del quartiere arabo Albayzin, molto sorprendente e caratteristico. Ma la principale attrazione è la Alhambra. Anche qui architettura araba espressa ai massimi livelli. Visitiamo questo incredibile luogo attraversando mille controlli di sicurezza. In Spagna in questi giorni c’è stato l’accordo tra i socialisti e i separatisti catalani, cosa che ha determinato proteste di piazza e disordini ovunque. Meritano i giardini (il Generalife) e i palazzi nasridi. Questi ultimi offrono un esempio assai meraviglioso dell’architettura araba, tra arabeschi, grandi piazze con fontane, giardini, corridoi.
A El Chorro si arrampica anche, forse venire fin qui per arrampicare merita. Noi questa volta ci accontentiamo di fare turismo nel Caminito del Rey, uno spettacolare percorso attrezzato su un vecchio sentiero di manutenzione della centrale elettrica. Si attraversa un orrido assai esposto, con vista spettacolare. Nel bel mezzo ci passa anche una ferrovia, ed è quasi un peccato veder spuntare un frecciarossa al posto della locomotiva a vapore.
Volendo fare un viaggio in auto tra i Paesi Bianchi merita una veloce visita a Ronda. Il ponte romano è sbalorditivo e collega le due parti del paese separate da una rupe.
Un altro paese che merita tantissimo è Setenil, costruito addossato ad una rupe, è piacevole da visitare nelle sue strette viuzze.
Procediamo poi verso Zahara, bellissimo paese addossato anche questo ad una rupe, con in cima una torre. Merita lasciarsi sorprendere dall’insospettabile piazzetta nella parte alta del paese.
Dopo una breve sosta a Grazalema, terminiamo il nostro viaggio a Arcos de la Frontera. La parte interessante di questo paese è quella costruita a picco sopra la solita rupe, di quasi insospettabile presenza quando risaliamo la strada principale del centro storico. Consiglio pernottamento a La Casa Grande, una struttura molto accogliente e particolare, a picco sulla rupe.
Un ultimo rientro in autostrada verso Siviglia ed il viaggio è finito. A proposito, le autostrade qui sono sovente strade normali, dove ci passano anche i ciclisti e non ci sono pedaggi. In Spagna è ancora tutto un po’ così alla buona, basta che funzioni, come si nota anche dai cavi elettrici sparsi qua e là. Forse qui non sono ancora arrivate le denunce ad ogni albero che cade e la pretesa di avere tutto all’avanguardia e sicuro. Auguro a questo paese di non perdere questo senso pratico e autentico di voler funzionare.
Grazie a Roberta, compagna audace di questo insolito viaggio fuori stagione.