Carmelina, Ernesta… Emma!

Questo trittico di punte si trova nel cuneese, terra di grandi spazi ed esperienze, disegni di vastità nell’angolo più occidentale ed appartato delle Alpi italiane.

Da Roccaforte Mondovì una stradina sale verso il Rifugio Havis de Giorgio Mondovì. Si arriva praticamente fino al termine della strada aperta al pubblico, causa assenza di neve. Da qui in circa 40′ si arriva al Rifugio, posto su un glaciale pianoro. Il silenzio invernale, la luce di queste corte giornate, la parvenza di totale isolamento rendono questo luogo molto pittoresco.

Si sale quindi verso il Colle del Pas, su tracce di neve e tanto ghiaccio. Pare che ovunque coli acqua dall’alto, dove regna un caldo imbarazzante per la stagione. L’acqua scende nel vallone e gela all’istante, creando suggestive colate. Ma anche pericolose, dal momento che il ghiaccio ha un coefficiente d’attrito ridicolo e promuove clamorose tambornate.

Purtroppo soffia un fastidiosissimo vento, un po’ imprevisto. L’arrivo al colle è davvero poco piacevole. Saliamo verso la cresta poco convinti, poi il vento si attenua. La temperatura non è bassa e stempera la roccia. Saliamo evitando i torrioni in un eccesso di precauzioni, per paura del buio, dell’arrivo delle nubi e del freddo. In realtà le nubi sono miti e più piacevoli del vento, a mezza giornata siamo già in cima e rimpiangiamo di non aver salito lo spigoletto su cui sarebbero meritate le scarpette.

Tant’è, è stata lo stesso una piacevolissima gita in un ambiente a dir poco spazioso e solitario, silenzioso, ovattato dal poco gelo invernale che resiste a stento solo dentro gli ombrosi valloni. In basso un mare di nubi oscura le pianure, in un generale quadro di aria calda e stabile. Le giornate più corte dell’anno nei luoghi più silenziosi del pianeta rappresentano da sempre un fascino in cui mi perdo con incredibile piacere.

Grazie a Gianni Watson per questa chicca!