Apprezzo la montagna in tutti gli aspetti, dopo la gitona della scorsa settimana rivedo ora Jcr per una tranquilla via di alpinismo classico. Stiamo parlando della lunga cresta nord del Monte Turlo, a Malciaussia. Colgo l’occasione per fare una passeggiata su una montagna in cui non sono ancora stato, in questo verde rigoglioso dei prati ed una giornata che si annuncia calda e serena.
Salutate le paperelle del lago ci avviamo sul sentiero del Colle della Croce di Ferro, per poi abbandonarlo dopo una ventina di minuti, salendo un valloncello erboso posto sotto l’evidente contrafforte estremo della cresta N del Turlo.
La prima parte della cresta si sviluppa su una estesa placca, da salire preferibilmente sul bordo destro, non troppo distante da uno strapiombo. Per un paio di lunghezze l’arrampicata è continua e interessante. La roccia è un misto tra serpentino e ofiolite, di buona qualità se non umida.
Superata la placca, la cresta si fa più evidente ed affilata. Anche più rilassata e meno continua. Le difficoltà non superano il III (forse III+), ma discontinue., in un ambiente assai severo e non banale. Purtroppo nel bel mezzo del mattino tuoni e fulmini preludono velocemente ad una fitta grandinata. Il serpentino diventa una saponetta. Non ci sono soste attrezzate lungo la via (eccetto le doppie dai torrioni che caratterizzano la cresta), occorre continuare a salire con prudenza e lentezza, non è esattamente la via tranquilla che mi aspettavo. Solo presso il tratto finale della vetta riusciamo a deviare per un canalone laterale e scappiamo via. Al ritorno a Malciaussia torna il sereno.
Partiti con il sole, arrivati con il sole, ma pioggia tutto il giorno. Turlupinati dal Turlo! Eppure è stata una bella giornata in un ambiente che già sapevo molto bello. L’itinerario di salita è interessante e variegato, dapprima su parete, poi su cresta mai banale, talvolta interrotta da torrioni da scendere in doppia (è sufficiente una corda da 60m). Una bella montagna, oggi solo un po’ condizionata dai capricci dell’atmosfera.
Com’era la storia di “qui non ci sono fulmini e grandinate”? ;-))
Ehm… l’ho giusto pensato mentre ero lassù in quel concerto di fenomeni! Non devo più farle certe affermazioni. 🙂