Una sintetica ed efficace pubblicazione dell’SMI, Clima ed energia – capire per agire (di Luca Mercalli e Daniele Cat Berro), mostra quella situazione ambientale che sta portando ad una rischiosa deriva climatica. In una prima parte sono elencati e spiegati i fenomeni in atto, mentre in una seconda sezione sono indicati i possibili rimedi per contrastare i cambiamenti.
Cambiamenti innescati dall’intervento umano, non più rimediabili, ma forse ancora mitigabili. Per quanto riguarda in particolare l’effetto serra consiglio anche la lettura del numero 17-18 di Nimbus.
Le prospettate conseguenze dei cambiamenti climatici sono, nel corso del secolo, preoccupanti (aumento del livello del mare, fenomeni meteo estremi, scioglimento completo dei ghiacciai alpini al di sotto dei 3500m, nuove malattie e modifiche all’ecosistema per citarne alcuni), ma a dire il vero non sembrano turbare più di tanto l’opinione pubblica. Anche se fin dai nostri giorni se ne vedono gli effetti.
E che dire dei possibili rimedi suggeriti in questo testo? Oltre agli accordi internazionali tra le nazioni, sempre difficili in quanto implicano una riduzione di produzione e consumo che danneggia i singoli sistemi economici, sono riportati anche numerosi spunti buoni per la nostra vita di tutti i giorni. Non meno importanti in quanto son proprio i singoli comportamenti ad accumulare conseguenze determinanti.
Scegliere un’auto a basso consumo, fare la spesa con borse riutilizzabili, privilegiare beni durevoli e cibi prodotti localmente, mangiare meno carne, combattere gli sprechi… In fondo, l’entità dei consumi di energia e materie prime, e quindi l’inquinamento, dipendono dalla nostra domanda di beni e servizi, condizionata – oltre che da reali e legittime esigenze – anche dalla pubblicità e dalle mode del momento. Buoni consigli, purtroppo spesso trascurati, in quanto la tendenza incoraggiata è quella di consumare e produrre sempre di più, come se le risorse del pianeta fossero illimitate.
Aggiungerei che negli ultimi vent’anni la tecnologia ha ulteriomente migliorato l’efficienza produttiva (lavorando di meno si produce di più), il progresso ha messo a disposizione sistemi per migliorare la qualità della vita. Quindi lavorare tutti e lavorare meno? No. Oggi si parla di crisi, di aumento della povertà e di uno stato sociale sempre più compromesso. Mentre i contratti del lavoro sanciscono condizioni via via peggiori. C’è qualcosa che non va, quando si produce sempre di più e si sta sempre peggio.
che depresiòn!
ci sono tante piccole cose che dipendono dalle persone normali…appunto usare la macchina solo quando ci serve davvero-non voglio fare la figura da brava persona ma uso soprattutto la bici per gli spostamenti, lavoro,spesa ecc… Cosi’ non sono mai nervosa perchè bloccata in traffico, perchè aumenta la benzina…e poi smaltisco tutti i dolci:). Certo ci sono situazioni e situazioni ma in tanti potrebbero farlo con effetti salutari non solo per il pianeta ma proprio per loro. la borsa della spesa riutilizzabile ormai la usano tutti(vero?), forse più grave è il problema dei contenitori che ti danno per ogni prodotto fresco comprato al banco…ho provato a portarmelo da casa e la comessa m’ha guardata come se fossi pazza:)-o magari la sono:)-.
Ma no 🙂 Fai molto bene invece, sono pochi purtroppo ad avere queste sensibilità. Sottoscrivo anche il disappunto per l’uso dissennato dell’auto nelle grandi città, quando se ne potrebbe fare a meno…