Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Aiguille du Châtelet: via Idrotechnic

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Ma, tanto per tornare al non ero mai stato prima, oggi è la volta della Val Veny. Un po’ nascosta, su per una stretta stradina da un vicolo di Courmayeur e poi si apre un ambiente incredibile.

Severo per l’incombenza del Bianco, che precipita giù improvviso, lì a due passi, dai 4810m fino ai 1500 di fondovalle. Una gran prominenza (ecco il termine corretto). Con architetture naturali di incredibile forza e grandezza, da far trasalire. Ed in basso il dolce pianoro della valle, con il verde dei larici ed il fragore dell’acqua bianca di ghiacciaio.

Scegliamo di salire al Monzino per una via di arrampicata sull’Aiguille du Châtelet. Oggi salgono tutti la più facile via Velociraptor, anche i veri uomini alpinisti eroici. Perchè davanti ci sono due bellissime ragazze… Noi arriviamo come sempre troppo tardi, visto l’affollamento “scegliamo” la più severa Idroelettrica.

È anche la prima volta che arrampico sul granito. Una roccia molto liscia e aderente, e meno male visto che la via è sostanzialmente di speranza, speranza che i piedi tengano sulle innumerevoli placche della nostra parete. Una via per me impegnativa, soprattutto in una giornata di sole cocente. Una via che non consente distrazioni (pena grosse raschiate o chissachè che è meglio evitare). Meravigliosa l’ultima lunghezza e, ovviamente, non ho trovato la sosta di L5. Nei pressi pende un inutile cordone. Non è necessario portare friend e nut per integrare, gli spit presenti sono più che onesti per una via di montagna, ma in ogni caso le placche lisciano e lasciano ben poche possibilità. La via va un po’ in qua e un po’ in là, occorre prestare attenzione alla sua logica, che risulta sempre molto interessante. Bellissima l’uscita dell’ultima lunghezza.

I ricordi della giornata sono indelebili: i colori dei freschi lariceti nel fondovalle, l’Aiguille Noire du Peuterey, il Bianco alto, altissimo. I due ghiacciai del Brouillard e del Freney. L’ambiente al tempo stesso severo e bellissimo, ricco di contrasti. Il gipeto che ci plana sopra la testa.

Con il redivivo Ziano che oggi (incredibile) si è rilanciato nel massiccio del Bianco! Accogliente il Rifugio Monzino, luogo ricco di storia d’alpinismo (fermatevi a guardare le foto). Discesa lungo la ottima via ferrata del Rifugio (noiosa, ero ormai un po’ stanco ed avrei preferito rotolarmi in un prato fiorito).

4 thoughts on “Aiguille du Châtelet: via Idrotechnic

    1. Ma che troppo forti!
      I troppo forti arrampicano sul Pilone Centrale, e altre cose incredibili – e sono tante! – che ci sono su di lì 🙂
      Tu ti devi riprendere un attimo, poi vediamo chi è troppo forte 😉

  1. complimenti per aver tirato quasi tutta la via, io non ce l’avrei fatta. però basta con il “redivivo”, sai che sono dell’acquario e sono permaloso. un saluto a Jcr, al quale vorrei dire di non mollare!

Commenti

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