Vettenuvole

Reali fantasie di nuvole, montagne e altre amenità

Rocciavrè

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Raramente si riesce ad apprezzare l’idea di perfezione di una giornata. La perfezione si realizza quando si riesce a cogliere il senso della giornata assaporandola in ciò che meglio può offrire. Ecco allora che a volte si va troppo in alta montagna, quando stare un po’ più in basso sarebbe meglio e via andare a scegliere attività o posti più o meno sbagliati.

La premessa della definizione di sopra è ovviamente per dire che questa è stata una  giornata perfetta. Qualche nuvoletta decorativa, sfacciatamente bianca e parasole ha accompagnato la nostra salita al Monte Rocciavrè, in Val Sangone, dal Rifugio Alpe della Balma. Con un lungo sviluppo si sale dapprima tra piacevoli boschi di faggio e betulle, per poi superare i pascoli che conducono al Rifugio. Su sentieri sempre ben segnalati si arriva infine al Colletto del Robinet. A spartiacque sulla Val Chisone, che dopo tutti quei pascoli cresce il fatidico piacere  di guardare dall’altra parte cosa c’è.

Dall’altra parte c’è la Val Chisone, il Selleries e la Cristalliera, piacevole salita di un po’ di tempo fa. Ma anche l’Orsiera ed i suoi ripidi pendii sciistici e le creste accademiche. Dopo un breve simposio decisionale(!) saliamo al Rocciavrè (2778m). Avendo la cura di individuarlo correttamente, una volta presa un’estetica crestina spartiacque si arriva in cima alle caratteristiche rocce di serpentinite rossa. Ottimo panorama, oggi di vette screziate dalla nuvole, che riepiono di contrasti e accendono i colori.

Si torna al colletto, da cui, in breve, si arriva al santuario-bivacco posto sulla vetta del Robinet. Un’ampia vetta dimorata dai giovani stambecchi del Parco Naturale. Qui viene pratico concedersi una sosta al caldo sole sulle comode panchine da pic-nic, mentre le nuvole si agitano a quote più basse. Poi si prosegue alla Punta Loson con piacevole saliscendi in cresta, e poi ancora oltre, al Colletto della Balma. Qui siamo sopra il bellissimo Lago di Rouen, incastonato tra due fianchi della montagna dove fuggono improvvisi camosci. Non è l’unico lago della giornata, sotto il colletto troviamo i rigogliosi ripiani che ospitano i laghi Soprano e Sottano. Una bacheca ci ricorda la baita che fu di Cavour.

Ecco così riuscita una escursione di ampio respiro, un viaggio tra creste, spartiacque, pascoli e calde rocce. Con stambecchi che brucano a pochi metri dalle persone, con l’aria nitida e accesa sui versanti settentrionali in föhn e le nebbie che fanno stau in pieno sud. Un gioco di colori e di climi che rende ancor più piacevole il lungo ed interessante percorso. Tanto da camminare, molto da scoprire, ma tutto riposo rispetto ad una vita quotidiana fatta di frenesia e spazi stretti di una città che oggi è rimasta lontana, in un altro mondo oltre lontane, grigie foschie.

Ho la gran fortuna d’avere un’ispirata e incredibile amica Clà, che mi ha suggerito la gita a cui pensavo.

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